HAMAS, RUSSIA E COREA DEL NORD

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Dal Foglio del 19 ottobre 2023 il reportage di Giulia Pompili:

“Hamas e la Russia di Putin, le due minacce più urgenti per l’Occidente in questo momento, hanno un amico comune: la Corea del nord, il regime dotato di armi nucleari protetto dalla Cina e di cui ogni tanto il resto del mondo si dimentica.

Per le strade di Taipei, la capitale di Taiwan, i cartelli che identificano gli “air defense shelter”, i bunker sotterranei per difendersi dagli attacchi missilistici o aerei, negli ultimi mesi si sono moltiplicati. Ma l’aggressione di sabato scorso di Hamas contro Israele ha riportato all’attenzione pubblica un problema di cui si parla periodicamente: la Repubblica popolare cinese ha più volte mostrato di essere pronta a lanciare un attacco missilistico a sorpresa contro l’isola autogovernata che la Cina rivendica come proprio territorio.

L’Esercito cinese ha già schierato missili con una gittata di 150-300 chilometri sulla costa orientale, in grado di raggiungere il territorio taiwanese. Durante le esercitazioni militari della scorsa estate la Cina ha mostrato tattiche di blocco navale e capacità di  attacco missilistiche.

Se Hamas è riuscito a penetrare le difese israeliane, Taiwan è nei guai, e la app per smartphone per trovare il rifugio antimissile più vicino forse non è sufficiente per tenere al sicuro la popolazione.

Taiwan prende appunti sulla guerra in Israele proprio come da mesi fa con quella in Ucraina. Ma non è l’unico motivo per cui il conflitto in medio oriente riguarda anche questa regione, l’Indo-Pacifico. A millecinquecento chilometri a nord di Taipei, a Seul, la capitale della Corea del sud, ieri un funzionario dello Stato maggiore sudcoreano ha confermato ai giornalisti che i lanciarazzi anticarro F-7 usati da Hamas in Israele sono con alta probabilità gli stessi prodotti in Corea del nord e che il regime di Pyongyang ha per anni venduto ai gruppi in medio oriente.   “Non ci sono prove che la Corea del nord abbia esportato direttamente armi ad Hamas”, ha detto il funzionario, “ma c’è una alta probabilità sufficiente che la Corea del Nord abbia commerciato armi con i paesi vicini ad Hamas e che queste armi nordcoreane siano arrivate nelle mani di Hamas da questi paesi che hanno stretti rapporti con il gruppo”.

Da anni l’intelligence, anche quella delle Nazioni Unite, dimostra i viaggi tra Pyongyang e Palestina di alcuni individui e la corrispondenza con alcune tattiche di guerra: secondo diversi storici, sarebbe stata la Corea del nord a condividere con Hamas i metodi per la costruzione dei tunnel sotterranei – gli stessi che la Corea del sud ha scoperto e chiuso lungo il 38° parallelo. A partire dalla seconda metà del 2010, anche la Corea del nord addestra i suoi soldati a usare deltaplani a motore per una eventuale invasione aerea del Sud.

Ieri – mentre Vladimir Putin parlava al Forum sulla Via della seta di Pechino, proprio accanto al leader cinese Xi Jinping – il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è atterrato a Pyongyang, per la sua prima visita ufficiale in cinque anni e molto significativa, perché sancisce la collaborazione tra i due paesi anche sul fronte della guerra.

Un mese fa il dittatore nordcoreano Kim Jong Un ha fatto una visita di sei giorni in Russia, dove secondo l’intelligence internazionale ha trattato personalmente con i funzionari del Cremlino per rifornire Mosca di armamenti per la sua guerra in Ucraina, in cambio probabilmente di protezione diplomatica, sostegno economico e tecnologie.

Solo tre giorni fa il centro studi di Londra Royal United Services Institute ha pubblicato un’analisi delle immagini satellitari che rivela che la Russia molto probabilmente ha già iniziato a ricevere munizioni nordcoreane, “aprendo una nuova via di rifornimento che potrebbe avere profonde conseguenze sulla guerra in Ucraina e sulle dinamiche di sicurezza internazionale in Asia orientale”.

Il media NkNews ha scritto ieri che un aereo passeggerei di Air Koryo, la compagnia di bandiera nordcoreana, lunedì scorso è tornato a Pyongyang da Vladivostok, il terzo volo di questo tipo sin da agosto, che dimostra probabilmente il ritorno dei lavoratori-schiavi nordcoreani in Russia – una delle principali fonti di guadagno per la Corea del nord oltre alla vendita internazionale di armi.”.