HONG KONG: APPELLO A TRUMP. LIBERACI DAL REGIME CINESE

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Riprendiamo da “La Stampa” del 9 settembre 2019, a pag. 14, la cronaca di Francesco Radicioni con il titolo “Dagli attivisti appello a Trump: ‘Liberaci dal regime cinese’ “:

“Anche se mercoledì la leader di Hong Kong Carrie Lam ha annunciato il ritiro della legge sull’estradizione – la miccia delle proteste che dall’inizio di giugno scuotono l’ex-colonia britannica – ieri in decine di migliaia hanno marciato fino al consolato Usa sventolando bandiere a stelle e strisce e facendo appello a Donald Trump a «liberare» Hong Kong. Nel 14° week-end consecutivo di proteste, i manifestanti hanno anche chiesto agli Stati Uniti di ratificare lo Hong Kong Human Rights and Democracy Act: la proposta bipartisan in discussione al Congresso che se approvata consentirebbe a Washington di applicare sanzioni su quelli che «soffocano le libertà fondamentali» a Hong Kong, oltre che imporre una verifica annuale «sull’alto livello di autonomia» della città che giustifichi le politiche preferenziali sul commercio e sugli investimenti. Nei giorni scorsi la speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto che la legge potrebbe «riaffermare l’impegno degli Stati Uniti su democrazia, diritti umani e stato di diritto davanti alla repressione di Pechino». Invece, secondo Stephen Orlins, a capo del National Committee on US-China Relations, la proposta «rischia di essere controproducente». «Se Hong Kong perde il suo status doganale separato, questa potrebbe essere una campana a morto per la città». Ad agosto Trump aveva fatto appello a Pechino a gestire «in modo compassionevole» le manifestazioni a Hong Kong, e aveva tracciato un collegamento tra quanto avviene per le strade dell’ex-colonia britannica con la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Nelle scorse settimane più volte le autorità e i media di Pechino avevano accusato «forze straniere» di essere dietro le manifestazioni.

La marcia fino al consolato Usa si è svolta in un clima pacifico, mentre nel tardo pomeriggio nuovi incidenti sono scoppiati tra manifestanti e polizia: l’ingresso a una stazione della metro dato alle fiamme, sulle strade erette barricate, mentre gli agenti sono tornati a usare i gas lacrimogeni in uno dei quartieri dello shopping. Intanto, ieri le autorità dell’ex-colonia hanno nuovamente arrestato Joshua Wong – uno dei volti più noti del Movimento degli Ombrelli del 2014 – mentre stava per imbarcarsi su un aereo che lo avrebbe portato in Germania e negli Stati Uniti: il 22enne era già stato arrestato alla fine di agosto per «assemblea illegale» e con il viaggio all’estero avrebbe violato i termini della cauzione. 

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