IL KAZAKISTAN E IL GRANDE MIRACOLO (di Guido Verna – 4^ parte)

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Il Santuario di Oziornoje e la Regina della Pace

I cattolici polacchi capirono perfettamente il miracolo della pesca miracolosa e non dimenticarono.

E quarant’anni dopo, a maggio del 1990 – quindi, solo qualche mese prima di quel fatidico 25 ottobre in cui il Kazakistan, dopo 71 anni, avrebbe proclamato la sua indipendenza, finalmente libero dal giogo comunista sovietico – gli abitanti di Oziornoje, dopo aver ottenuto a marzo il permesso da Mosca, cominciarono a costruire una chiesa per la loro parrocchia dedicata alla Regina della pace, che qualcuno ha poi incominciato a chiamare la “Piccola Medjugorie”.

«Alla costruzione parteciparono tutti gli abitanti del villaggio, assistiti dai cattolici di altri paesi della zona. La gente di Oziornoje racconta che aiutavano sia i bambini che gli anziani, che portavano un mattone alla volta».

Il tributo di onori per la Regina della pace da parte dei Polacchi non venne mai meno nel tempo, anzi si potrebbe dire che via via si è trasformato in un crescendo.

La parrocchia, negli anni della costruzione della chiesa, era affidata a un sacerdote polacco, arrivato in Kazakistan come missionario: don Tomasz Peta, destinato in futuro ad assumere incarichi sempre più importanti. Don Tomasz la resse fino all’agosto del 1999, quando dovette lasciarla perché nominato Amministratore Apostolico di Astana.

La parrocchia e la sua chiesa in costruzione cominciarono anzitutto a “impreziosirsi” della statua della Regina della pace, ricevuta in regalo il 14 dicembre 1991 dal sacerdote olandese don Nico Hoogland, lo stesso che per entrambe aveva proposto la dedica mariana. L’anno successivo, nel 1992, a lavori ancora in corso, la statua fu benedetta dal cardinale Józef Glemp (1929-2013), il primate di Polonia.

Nel 1993 la nuova chiesa era finalmente terminata e il 27 giugno mons. Jan Pawel Lenga – allora Amministratore Apostolico del Kazakistan e dell’Asia centrale e vescovo titolare di Arba – poté consacrarla.

Era una bella chiesa bianca, con la facciata incorniciata tra due torri un po’ tozze ma che cercavano slancio verso l’alto (forse, chissà, per assomigliare un po’ a Medjugorie…) con il loro tetto a cuspide sormontato da una semplice e snella croce metallica.

Il 25 ottobre 1994 ancora il vescovo mons. Lenga proclamò la Regina della Pace di Oziornoje patrona del Kazakistan e dell’Asia centrale, mentre l’anno successivo, il 25 giugno 1995, – il giorno della festa solenne della Regina della Pace di Medjugorie, lo stesso giorno in cui per la prima volta, nel 1981, la Madonna aveva parlato ai veggenti – mise «il Kazakistan e tutta l’Asia Centrale sotto la Sua protezione e ogni anno il Vescovo rinnova questa consacrazione».

Il 25 marzo 1996 fu dato inizio alla pratica dell’Adorazione quotidiana al Santissimo Sacramento, mentre l’anno dopo, dal 22 al 25 giugno 1997, cioè nella ricorrenza della medesima festa solenne, la parrocchia di Oziornoje fu visitata dalla statua della Madonna di Fatima.

E proprio in occasione di quella visita così importante, il 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, i fedeli cattolici di Oziornoje, a grato ricordo del grande miracolo ricevuto, alzarono al cielo la “loro” Madonna. In mezzo a quel lago – un lago che esiste ancora, sebbene di dimensioni ogni anno variabili, e che nel 2017, nel centenario delle apparizioni di Fatima, tornò per una volta ad essere grande e pescosissimo -, piantarono un lungo palo su cui posero la statua della Madre del Signore che teneva tra le mani una rete piena di pesci.

Non era, però, una statua qualsiasi; si potrebbe dire, se mi si passa l’espressione, che si trattava di una scultura per loro assolutamente “d.o.c.” perché era stata realizzata in Polonia ed era stata benedetta nella loro patria comune solo qualche giorno prima (il 3 giugno, a Poznan) da san Giovanni Paolo II (1920-2005) durante uno dei suoi viaggi apostolici!

4. continua