IL NUOVO MAO

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Nel 2018, la rivista «Forbes», che ogni anno stila la classifica dei settantacinque uomini più potenti del mondo, l’ha collocato al primo posto, davanti a Putin e Trump. Da quando una riforma costituzionale votata dall’Assemblea nazionale del popolo ha cancellato il limite massimo dei due mandati presidenziali, molti lo considerano il «nuovo Mao».

Lui è Xi Jinping, presidente (per la terza volta) della Repubblica Popolare di Cina, segretario generale del Partito comunista cinese e, soprattutto, capo della Commissione militare centrale, il vero scettro del potere. Ma chi è l’uomo che regna come un monarca assoluto su oltre un miliardo e trecento milioni di individui? Cosa sappiamo dello stratega della «nuova via della seta», il colossale piano infrastrutturale e d’investimento che coinvolge Asia, Europa e Africa, ed è destinato a cambiare gli equilibri economici del commercio mondiale?

Da questi interrogativi muove il libro di Gennaro Sangiuliano (già direttore del TG2 dal 2018 al 2022 e oggi Ministro della Cultura del governo Meloni), che in pagine avvincenti e ben documentate (Mondadori, 2019) ripercorre le tappe più significative della biografia del leader cinese: dall’iscrizione al Partito comunista cinese nel 1974 agli incarichi governativi nelle province di Shaanxi, Hebei, Fujian e Zhejiang, dalla guida della municipalità di Shanghai all’ingresso nel Comitato centrale, che lo trasforma nell’esponente di spicco della «quinta generazione» dei massimi dirigenti della Repubblica (dopo Mao, Deng Xiao Ping, Jiang Zemin e Hu Jintao). Dalla fine degli anni Novanta in poi, la sua ascesa all’Olimpo della nomenklatura cinese si rivelerà inarrestabile.

Nel raccontarci la vita di Xi Jinping, nato nel 1953, sposatosi due volte e padre di una figlia, Sangiuliano compie anche un’ampia ricognizione sulla storia della Cina del Novecento, dalla Lunga Marcia alla proclamazione della Repubblica Popolare (1949), dal «grande balzo in avanti» alle sanguinose purghe della Rivoluzione Culturale, senza dimenticare il poderoso cammino di modernizzazione avviato da Deng Xiao Ping, il primo a dire al popolo cinese che «arricchirsi è glorioso».

Oggi che la Cina è diventata una potenza economica globale, il carismatico Xi Jinping può portare avanti con ancora maggiore determinazione il suo progetto neonazionalista, fondato sulla riproposta del maoismo come «religione politica» e del confucianesimo come dogma culturale.

Un disegno egemonico che, sull’altare di un aggressivo capitalismo di Stato a partito unico, è pronto a sacrificare – come testimoniano le violente proteste di recente represse a Hong Kong – valori fondamentali quali la democrazia e la libertà.

Democrazia costituzionale, neo-liberalismo, affermazione di valori universali, diritti umani, promozione della partecipazione alla vita sociale, indipendenza dei media, critiche al partito unico: ecco i pericoli, a detta del presidente Xi Jinping, con cui l’Occidente potrebbe corrompere il popolo cinese, secondo il segretissimo Documento n.9 dell’agosto 2013, riportato da Sangiuliano nel suo saggio giornalistico a p. 205.

Poiché il libro è stato pubblicato nel 2019, manca ovviamente tutto il filone del sostegno politico e finanziario della Cina alla Russia nella guerra in Ucraina…

L’Occidente saprà raccogliere la terribile sfida, che mira a sconvolgere per sempre gli equilibri geopolitici?