ITALIA: I GIUDICI DELLA CASSAZIONE CONDANNANO ELUANA ENGLARO A MORIRE DI FAME E DI SETE

722

Il neurologo israeliano Leon Sazbon, ritenuto una delle massime autorità mondiali in tema di “stati minimi di coscienza”, autore – insieme al Prof. Giuliano Dolce – del volume “Coma e stato v egetativo. Guida multimediale per i familiari: assistenza in ospedale e a domicilio”  è stato intervistato da “Avvenire” sul caso di Eluana Englaro.

Nel corso dell’intervista pubblicata sul quotidiano romano il 16 novembre 2008 (pag. 7), il Prof. Sazbon afferma: “Sospendere la somministrazione di cibo e acqua a una persona come Eluana Englaro significa ucciderla, è questo un atteggiamento che va contro l’etica della medicina. La scienza me dica non contempla una scelta di questo genere. Si tratta di un chiaro tradimento del giuramento di Ippocrate…Cibo e acqua non sono accanimento terapeutico. Il minimo che si possa fare verso una persona come lei è mantenerla pulita, darle da mangiare e da bere. Non c’è mai stato un tribunale in Europa che abbia deciso l’uccisione di una persona malata”.

Secondo la scienza medica e l’esperienza, un organismo disidradato e affamato si consuma fra spasimi lancinati. Il corpo si spegne lentamente a causa della secchezza dei tessuti. L’agonia può durare da cinque giorni (per i soggetti più debilitati) fino ad un massimo di tre settimane.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui