LA CERTOSA DI FIRENZE (di David Taglieri)

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Un altro luogo scrigno di arte, architettura, paesaggio, luce e curiosità, a cui non si può rinunciare, è la Certosa, ubicata a Firenze nella zona del Galluzzo, fra le splendide colline ed il verde, tratto costante del territorio toscano, attrazione già visibile dall’autostrada, uscita assolutamente da considerare, entrata in un mondo incontaminato.

Situata sulla sommità del monte Acuto, costituisce un complesso che fu voluto da Niccolò Acciaioli – uno degli uomini che fece il Trecento fiorentino, banchiere all’apice del potere durante il regno di Napoli -.

Qui fu nominato gran siniscalco del Regno e viceré di Puglia.

Gli Angioini attraverso la sua intercessione dettero una grande spinta alla costruzione della Certosa; il progetto curato dagli Acciaioli prevedeva un monastero certosino che accogliesse dodici monaci.

Il luogo fu scelto perché la posizione elevata del monastero e la presenza ai piedi della collina dei due torrenti, la Greve e l’Ema, garantivano l’isolamento necessario per le regole di vita della comunità certosina.

Durante la dominazione longobarda i monasteri erano diventati fondazioni con fini strategico-politici; assunsero la fisionomia di Stati Feudali e l’ingerenza secolare all’interno del monastero talora compromise la vita religiosa. Dal secolo ottavo i monaci iniziarono ad avvertire due esigenze: aspirazione alla libertà attraverso l’emancipazione dal potere secolare e il desiderio di rinnovarsi spiritualmente attraverso giuste riforme e ammodernamenti adeguati. Rinnovamento spirituale che partì da Cluny, nel 909.

Palazzo Acciaioli è un posto di pace per rilassarsi, leggere, riflettere: un appuntamento con la serenità.

La sensazione è quella di un fortilizio, poi un grande giardino dentro alla natura, che con il silenzio realizza il connubio perfetto per l’introspezione.

È questa l’unica parte della Certosa che ha mantenuto i caratteri formali originari: la facciata ed il coro dei conversi sono databili al periodo fra il 1550 ed il 1560.

La Chiesa è situata in alto sulla viva roccia del colle, per enfatizzare la funzione primaria per la vita comunitaria: la parte più antica dell’edificio corrisponde alla tipologia delle chiese certosine, pianta rettangolare, abside piatto.

La prospettiva è invitante con un grande piazzale e la Chiesa fulcro della planimetria.

Nella seconda metà del sedicesimo secolo l’interno della Chiesa assume un aspetto più ricco, con un pavimento in cotto, trasformato in marmo, e la realizzazione di stalli del coro ligneo.

Al lavoro del presbiterio partecipò – fra gli altri – il Gianbologna.

Non si può passare da queste parti e dimenticare il salto alla splendida e rifornita liquoreria dei monaci cistercensi, prodotti con metodi antichi di distillazione a vapore con fuoco a legna, per infusione o torchiatura.

Materie prime come erbe, fiori, radici: i monaci selezionano con cura e le lavorano con arte, come da secoli.

Erbe frantumate, miscelate e poi messe in infusione con acqua ed alcool.

Per non farci mancare niente troviamo anche un antichissimo  laboratorio di restauro libri, gestito dal 1969 da padre Sisto Giacomini. In questo lavoro egli è aiutato da stagiste e stagisti che trovano in tale ambiente occasione di formarsi in un settore affascinante, con future possibilità di lavoro, anche all’interno di questo stesso complesso.

A via della Certosa è possibile arrivare anche prendendo le linee 36 e 37 dalla stazione Santa Maria Novella, in direzione Tavernuzze.

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