LA CULTURA DELLA DESTRA (recensione a cura di David Taglieri)

798

La cultura della DestraL’industria politico culturale italiana ha contribuito a rafforzare un’idea malsana e sbagliata, ideologica e provinciale, secondo cui non esiste letteratura, filosofia, saggistica, psicologia o  semplicemente un pensiero che sia di Destra.

Dunque ha preso quota un luogo comune per prendere in giro chi non è di sinistra, dicendo che quelli di sinistra sono un po’ faziosi ma allo stesso tempo colti, perché leggono sia libri di destra che libri di sinistra; mentre quelli di destra non leggono proprio.

Molta colpa di tale omologazione e di tale conformismo va alla scuola, alle università, alle case editrici e perfino a talune parrocchie… E infatti un certo moderatismo, che vede nel centrismo il Bene Assoluto, si equidistanzia da entrambi gli schieramenti, ma poi inevitabilmente strizza l’occhio a sinistra, per esempio sui temi dell’immigrazione e di una travisata inclusione sociale.

E invece esistono tanti autori di destra e il pianeta è composito e variegato; cercando in biblioteca individuiamo una bella sintesi, discorsiva e allo stesso tempo analitica delle tante destre culturali, che mai hanno trovato espressione a livello governativo. Intendiamo riferirci al libro di Marcello Veneziani “La Cultura della destra” (pagg. 131, Edizioni Laterza). Il volume nasce dalla volontà di risaltare la destra culturale, il coraggio delle sue idee, con l’intenzione di non nascondere un modo di intendere la politica culturale, e la cultura politica.

Uno dei più grandi errori di Silvio Berlusconi è di non essere riuscito a favorire la nascita di una macchina culturale alternativa, nonostante i giornali, le tv e le radio; resta però il merito di aver creato il miglior compromesso possibile fra Destra, centrodestra e componenti centriste. Per un certo breve periodo Veneziani è stato anche consigliere di amministrazione Rai e lì ha tentato di varare un progetto cultuale del centrodestra, non senza inerzie all’interno della stessa maggioranza o resistenze sinistre.

La cultura politica e i mille interrogativi, la globalizzazione, l’immigrazione, la biopolitica e tutte le sfide che l’uomo di oggi si trova a dover affrontare: Veneziani inizia subito il suo lavoro con considerazioni molto dettagliate e fondate, che demitizzano false verità sulla xenofobia destrorsa montate da mondi catto-comunisti e social-progressisti.

La Destra italiana può aver avuto mille degenerazioni e vizi, ma non può definirsi xenofoba: “La destra sociale e nazionale, nostalgica e conservatrice, populista e cattolico tradizionale non ha mai nutrito sentimenti di odio e disprezzo verso gli stranieri.”.

Il travisamento è storico, in quanto vengono ricondotti alle destre tutti i totalitarismi e si eleva il centrismo quale modello di equilibrio politico:  una favola che per anni ha consentito alla DC di raccogliere un vasto bacino elettorale. Sta di fatto che anche se in passato il Msi ha trescato con il Front National, mai si è fatto coinvolgere nelle campagne anti immigrazione all’insegna dell’ostilità. Anzi.  Lo stesso Giorgio Almirante, fino agli anni ’80 segretario del Msi-DN, rispettava i popoli ed  il concetto di autodeterminazione nella difesa delle tradizioni, quelle tradizioni che una società digitale e globalizzata come quella attuale sta ripudiando sempre di più.

Si può, grazie a questo saggio, sfatare l’assioma destra uguale antisolidarietà: basti pensare alla tradizione romana che apriva la cittadinanza imperiale anche agli immigrati; e poi al messaggio cattolico di apertura al mondo e di evangelizzazione…

All’inizio del libro l’editorialista e scrittore si domanda se oggi abbia ancora senso parlare di Destra e Sinistra. Con cultura, intelligenza e dati di fatto elenca tutti i luoghi comuni del divario esistente fra i due concetti, per ribadire che senza cultura non ci può essere vera politica. Con genuinità ma allo stesso tempo con la voglia di trasmettere tesori del passato e della cultura, il viaggio procede attraverso l’analisi di concetti importanti come Patria, immigrazione, sfide della globalizzazione, trasferimento della sovranità dalla politica alla tecnica attraverso il canale dell’economia.

Ovviamente Veneziani, come noi tutti, spera che quest’ultima ipotesi possa essere scongiurata, per far recuperare ai popoli quella sovranità che un’Unione Europea finanziaria sta sempre più scippando giorno dopo giorno, con la sua invadenza ed i suoi dettami.

Tanti gli autori analizzati nel libro: dai recenti Montanelli o Galli della Loggia, a Spengler, Schmitt, Del Noce, per quanto riguarda la cultura; e poi spazio al pensiero politico con modelli che rispondono ai nomi di Thatcher o Reagan.

A margine una possibilità di progetto per l’Italia, per rilanciare un vero sentimento di appartenenza a questa Patria tanto bistrattata, con una serie di ingredienti per quella ricetta italiana che, al di là degli schieramenti, potrebbe consentire il recupero di un certo rispetto per la nostra storia.

Per restare all’attualità, fa tanta tristezza e vergogna vedere presidenti di società calcistiche chiedere di trattare con capi ultrà che inneggiano alla morte del poliziotto Raciti; fa angoscia sentire i fischi all’Inno Nazionale: due fotografie nefaste per il Paese Italia.

Forse si dovrebbe ripartire dalla cultura, quella che manca… Questo saggio è anche uno spunto per ritrovare fonti culturali, e la volontà di azzerare, al di là della politica,  la brutalità, per rilanciare la Bellezza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui