LA MADONNA DI JADDICO ALLE PORTE DEL SALENTO

2324

jaddico.bmp La veloce superstrada adriatica che da Bari raggiunge Brindisi e poi prosegue per Lecce, e a destra devia per Taranto, introduce il viaggiatore nel Salento.

Pochi chilometri prima di Brindisi, il cartello stradale avvisa: Santuario di S. Maria Madre della Chiesa. E’ Jaddico, una bella contrada di campagna alle porte della città, che si estende fra boschetti di macchia mediterranea e filari di vigna.
Qui a partire dagli anni ’60, sopra i ruderi abbandonati di un’antica chiesa appartenuta all’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (da Brindisi le navi crociate partivano per la Terrasanta) è sorto il santuario dedicato alla Vergine Maria, Madre della Chiesa.
Qui, la notte del 27 maggio del 1963, l’antico affresco miracolosamente conservatosi sulla parete del rudere e raffigurante la Madonna col Bambino in braccio, si illuminò per l’ultima volta di luce soprannaturale, mentre un dolce profumo misterioso si liberava nell’aria primaverile. Alcuni testimoni di quell’episodio sono ancora vivi, e oggi raccontano la loro straordinaria esperienza nel numero di aprile di Ventisette, il foglio di informazione del santuario, redatto dai Padri Carmelitani Scalzi custodi del santuario.
Tutto aveva avuto inizio nel 1962, con alcuni sogni di Teodoro D’Amici, un vigile urbano di Brindisi non particolarmente praticante e non particolarmente ben visto in città per l’eccessivo zelo con cui espletava il proprio servizio.
Teodoro D’Amici sognava spesso la Madonna che lo invitava a recarsi a Jaddico, presso i resti dell’antica chiesa diroccata già appartenuta ai crociati. Dopo un po’ di esitazione il vigile aderì a quello strano invito, e per la prima volta andò sul luogo indicato il 14 agosto 1962, vigilia dell’Assunta. Portava con se fiori e ceri. Vi tornò ancora e poi ancora con parenti e amici, tanto che in breve si creò un gruppetto di assidui frequentatori che la sera si ritrovava a Jaddico per pregare. Il gruppo si allargò grazie anche alla manifestazione di certi fenomeni inspiegabili, come l’intensa luce che di notte promanava dall’affresco della Madonna.
L’evento più clamoroso avvenne dunque il 27 maggio 1963, alle undici e mezzo di sera, quando tutta la zona, dopo un silenzio irreale, fu inondata di una luce intensissima che dalla chiesa, appena edificata, si alzava verso il cielo.
Ancora oggi il viaggiatore che si ferma a pregare a Jaddico è colpito dal particolare silenzio che si respira nel santuario, mentre il libro dei pellegrini posto all’ingresso raccoglie ad ogni ora del giorno e della notte le invocazioni alla Vergine e i ringraziamenti per le tante grazie ricevute, piccole o grandi che esse siano.
Teodoro D’Amici è morto tredici anni fa, il 15 luglio 1993, vigilia della festa della Madonna del Carmine.

Preghiera alla Madonna di Jaddico
O Vergine Immacolata, Regina dell’universo, Madre della Chiesa e madre mia amorosissima, Luce dell’ anima mia e della mia mente, non permettere che io, indegno figlio tuo, mi allontani, per un solo istante, da Te.
Senza la tua luce mi perderei e diverrei servo del peccato ed invece non desidero che essere servo Tuo.
Accompagnami, illuminato dalla tua Luce e inebriato dal Tuo profumo, per i tortuosi sentieri di questa vita!
Coprimi negli assalti dell’inferno con il Tuo manto, e rendimi invisibile a satana!
Disponi a Tuo piacere della mia vita e non cessare di proteggermi e di benedirmi, sicchè, quando al Tuo divin Figlio piacerà di chiamarmi per la grande sentenza, io possa presentarmi a Lui sicuro della salvezza eterna.
O Maria, Madre della Chiesa, prega per noi che ricorriamo a Te!

4 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui