Notizie dall’estero 22 maggio 2006

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bush_art_190204.jpg4seohunt.com/www/www.recensioni-storia.it. in iatura.jpg” /> Un cordiale ben ritrovati a tutti i nostri ascoltatori.
La pagina di oggi sull’informazione internazionale ci presenta diversi argomenti degni di nota. Prima di iniziare ricordo come al solito che è possibile inviare un e-mail all’indirizzo di posta elettronica radioqueen@virgilio.it, oppure comunque telefonare allo 0832-331144 per esprimere la vostra opinione, o per chiedere qualcosa sui fatti più importanti della settimana a livello internazionale.
Iniziamo l’appuntamento di oggi con una buona notizia. E’ vero che non passa giorno, purtroppo, che non arrivino notizie di autobomba e di attentati kamikaze che in Iraq causano morte e distruzione, Però in fondo al tunnel sembra finalmente vedersi un po’ di luce.

Dopo settimane di intense trattative fra le tre principali comunità irachene, e cioè Sciiti, che sono la maggioranza, Sunniti e Curdi, il parlamento di Baghdah sabato 20 maggio ha approvato il nuovo governo iracheno. Il nuovo esecutivo conta 37 ministeri, fra cui uno scienziato nucleare che ai tempi di Saddam aveva subito il carcere e Moneygram online le torture. Sedici dicasteri chiave vanno agli Sciiti, 5 ai Curdi, 4 ai Sanniti, mentre altri 12 ministeri di minore importanza vanno suddivisi ma con prevalenza agli Sciiti.
Di conseguenza il premier incaricato, Al Maliki, ha annunciato che sarà presto fissato un calendario per il rientro della forza multinazionale e il passaggio del controllo della sicurezza agli stessi iracheni. E’ quanto si proponeva Gorge W. Bush, il quale da mesi va ripetendo che gli Stati Uniti sono pronti ad andar via dal Paese non appena le nuove Autorità democraticamente elette 5 mesi fa dalla stragrande maggioranza della popolazione avranno il polso della situazione. Per realizzare tale obiettivo era necessario un esecutivo, che adesso è finalmente in grado di funzionare, anche se non mancano le polemiche, specialmente fra i Sanniti che non si sentono rappresentati a sufficienza da questo nuovo governo. Certo le difficoltà non mancheranno, e questo lo dichiarano tutti, ma la strada imboccata è senz’ altro quella giusta. Come scrive sul Messaggero di domenica 21 maggio l’inviato del giornale romano a Nassirya, Ugo Cubeddu, ” mma una prima vera struttura irachena”.
perfino Romano Prodi ha preso atto dell’importanza di tale riconciliazione istituzionale e della sua importanza per il futuro dell’Iraq.
Di conseguenza, secondo le prime indiscrezioni, già entro la fine dell’anno gli Americani saranno in grado di ritirare 30.000 dei 180.000 uomini. Gli elementi positivi per l’Iraq indubbiamente ci sono. C’è cioè un governo nato da una elezione, ci sono ministri non necessariamente voluti dagli Americani come era successo per il primo governo provvisorio di tre anni fa guidato da Iyad Allawi. Gli Inglesi seguiranno a ruota nel 2007. Sul Corriere della Sera del 22 maggio leggiamo a pagina 15 che ” Il comando britannico si dice soddisfatto perchè entro fine anno il nuovo esercito iracheno potrà contare su 325 mila uomini. Il governo di Baghdad è ansioso di dimostrare la sua piena sovranità, i prossimi 3-6 mesi saranno cruciali, ha dichiarato il generale Sir Robert Fry”. Gli Italiani, come si dice in questi giorni, dovrebbero anch’essi ritirarsi fra il prossimo autunno o al massimo entro la fine dell’anno.

E adesso passiamo ad una notizia che viene dagli Stati Uniti, e che ritroviamo sempre sul Corriere della Sera di lunedì 22 maggio. Il Corriere di via Solforino rilancia uno scoop pubblicato il 21 maggio sul Washington Post, che ha dedicato un lungo articolo ai libri di testo vigenti nelle scuole dell’Arabia Saudita.
L’articolo è stato curato dai responsabili del Center for religious freedom, il Centro per la libertà religiosa. Ebbene secondo questo dossier i libri scolastici sauditi sono pieni di nozioni religiose che oltre ad esaltare l’Islam come unica vera religione denigrano tutte le altre, in particolare ebraismo e cristianesimo. Vengono riportate per esempio frasi del tipo: ” le scimmie sono gli ebrei, mentre maiali sono i cristiani”. Inoltre vi è l’aperto incitamento alla jihad, alla guerra santa contro gli infedeli e gli idolatri politeisti. Il problema, prosegue l’articolo, non è da poco, perchè i libri di scuola sauditi sono spesso esportati e diffusi nelle scuole craniche del medio Oriente e dell’Asia. Invece che ridurre le divisioni, enfatizzano lo scontro di religione dando aiuto ai profeti dell’odio. Inoltre i professori che non rispettano queste linee guida possono essere puniti in modo molto severo: celebre il c aso di un insegn ante cacciato e dalla scuola e condannato a 750 frustate. Ecco per quanti volessero leggerlo integralmente troviamo questo articolo a pagina 15 del Corriere della Sera di lunedì 22 maggio.
Un’altra notizia un po’ inquietante che riguarda l’Islam viene dalla Danimarca, e riguarda Flemming Rose, il cinquantenne giornalista danese che nel settembre scorso ebbe la sciagurata idea di commissionare e pubblicare le oramai famose vignette satiriche su Mometto. La sua intenzione dichiarata era indurre alla riflessione sul rapporto fra libertà di espressione e religione in Danimarca. per qualche mese c’è riuscito, ma poi nello scorso febbraio tutto è precipitato. Nonostante lui e i 12 disegnatori delle vignette vivano sotto protezione della polizia, le loro vite sono costantemente minacciate da vari commando di integralisti islamici che cercano di portare a compimento la condanna a morte decisa in vari paesi del medio oriente. Probabilmente adesso si rifuggerà negli Stati Uniti, perchè la Danimarca non è in grado di proteggerlo. Lo stesso è accaduto alla somala Hirsi Ali che dall’Olanda è dovuta fuggire negli Stati Uniti.
Hirsi Ali è stata la sceneggiatrice del fil-documentario Teo van Gogh, pugnalato da un estremista islamico in Olanda per aver realizzato il film sulla condizione femminile nell’Islam.
Passiamo adesso al referendum che si è tenuto nel vicino Montenegro e che, in base alle proiezioni, pare abbia sancito la vittoria degli indipendisti, di coloro cioè che hanno chiesto e combattuto, in questo cado del tutto pacificamente, per un Montenegro completamente separato e indipendente dalla Serbia.
Il Montenegro, dicono gli exit-poll, sceglie l’indipendenza con il 56,3% dei favorevoli, mentre il restante 43,7% si è espresso favorevolmente al perdurare dell’unione con la Serbia. Insomma se il dato dovesse essere confermato, ma a questo punto ormai non dovrebbero esservi più sorprese, un altro pezzo della vecchia Jugoslavia se ne va per la sua strada. E tutto questo dopo Croazia, Slovenia e Macedonia, che si proclamarono indipendenti già nel 1991 sempre tramite lo strumento referendario. Più difficile la strada per Bosnia-Erzegovina e Kosovo, dove fu necessario l’intervento della NATO per porre termine alla repressione e alla pulizia etnica ordinate dal capo del partito socialista serbo: Milosevic, che è morto in prigione in Olanda solo poche settimane fa.
Come i nostri ascoltatori ricorderanno anche il Kosovo, dove sono presenti soldati italiani, vive ancora una posizione politica di transizione, visto che attualmente è sotto tutela internazionale e sotto l’amministrazione dell’ONU.
Bene, con questa notizia abbiamo terminato l’appuntamento di oggi con l’informazione internazionale. A risentirci quindi martedì prossimo, sempre con l’Internazionale, ricordando che come al solito che è possibile inviare le vostre riflessioni, i vostri dubbi e le vostre domande scrivendo una e-mail al nostro indirizzo di posta elettronica radioqueen@virgilio.it.
Grazie a tutti per la cortese attenzione e a risentirci la prossima volta.

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