LA SHARIA A LONDRA (L’Ora del Salento, 25 ottobre 2008, pag. 11)

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OSSERVATORIO GEOPOLITICO


Magdi Cristiano Allam in un articolo comparso sul Corriere della Sera del 26 febbraio 2008 segnalava che in Gran Bretagna vi sono tribunali islamici che legiferano ed emettono verdetti sulla base della sharia, la legge islamica. Già il Sunday Times, e il “Giornale” in Italia, avevano riportato la notizia. I giudici e le corti, che si riuniscono all’interno delle moschee, dei centri islamici e delle scuole coraniche, hanno emesso decine di migliaia di sentenze relative allo stato civile e familiare dei musulmani del Regno Unito, principalmente in materia di matrimonio e divorzio, di eredità e contese patrimoniali. Magdi Allam riferisce che il primo tribunale islamico in Gran Bretagna fu istituito nel 1982 a Leyton, ad est di Londra, con il nome di “Consiglio della sharia islamica”. Il segretario generale è Suhaib Hasan, membro del Cerf (Consiglio europeo per le ricerche e la fatwa).

Nel suo Statuto il Cerf sancisce che “la sharia incarna inequivocabilmente le leggi supreme della vita. La sharia pertanto deve essere rispettata come superiore alla legge civile e alla democrazia. La sharia non può essere emendata per conformarsi all’evoluzione dei valori e dei comportamenti umani…”.

Suhaib Hasan va oltre e fa questa previsione: “… nessuno deve sorprendersi se si dovessero introdurre parti della sharia nell’ordinamento giuridico britannico”.

Questo processo strisciante e inarrestabile di islamizzazione giuridica fra i circa due milioni di cittadini britannici di fede musulmana spiega il senso delle dichiarazioni del primate della Chiesa anglicana, Rowan Williams, a favore dell’adozione della sharia, e la decisione del governo laburista di Gordon Brown di avallare la poligamia riconoscendo gli assegni familiari alle mogli islamiche. Oggi nuovi tribunali – a Birmingham, Bradford e Manchester – si occupano di cause civili secondo le regole della sharia, mentre ancora altri stanno per nascere ad E dimburgo e Glasgow. A permettere l’introduzione della legge islamica in Gran Bretagna è una norma inglese del 1996 che regolamenta i cosiddetti tribunali d’ arbitrato, quelli in cui le parti, di comune accordo, decidono di affidare la soluzione di una controversia a un terzo, il cosiddetto arbitro. Nel caso degli arbitrati affidati alle Corti islamiche la preoccupazione maggiore riguarda il trattamento riservato alle donne. Si teme che coloro che accettano di venire sottoposte alla sharia ricevano un trattamento sfavorevole rispetto a quello che spetterebbe loro secondo la legge inglese.

Del resto ciò è già accaduto. Nei casi accertati di violenza domestica, per esempio, i giudici hanno ordinato ai mariti di seguire dei corsi di controllo della rabbia, senza ulteriori sanzioni. Alla fine, le donne-vittime hanno sempre ritirato le accuse e la polizia ha archiviato ogni inchiesta.<–>

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