LE “FRANTUMAZIONI” DELLA MADRE: DALLA STATUETTA ALLA STORIA (di Guido Verna – ultima parte)

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L’ing. Guido Verna nel corso di una conferenza di Alleanza Cattolica. Affianco, il compianto Enzo Peserico

11. La seconda “interferenza dall’alto” dimenticata è altrettanto straordinaria. Si tratta della incredibile vittoria conseguita tra il 14 e il 16 agosto del 1920 dall’esercito polacco contro l’esercito bolscevico, che mirava ad estendere in Europa la rivoluzione comunista.

La sicurezza dei sovietici nel successo delle operazioni era talmente forte che Lenin [1870-1924], proprio in quell’agosto, confidava sfacciatamente ai compagni francesi: «Sì, le truppe sovietiche sono a Varsavia. Fra poco avremo anche la Germania. Riconquisteremo l’Ungheria, e i Balcani si solleveranno contro il capitalismo. L’Italia tremerà. L’Europa borghese scricchiola da tutte le parti, in mezzo a questa tempesta»[in FM].

Sono in pochi a ricordare quello che allora accadde. Sono in pochi a ricordare il “Miracolo della Vistola”, come lo definì un combattente che vi partecipò — e con un ruolo di assoluto rilievo —, il generale Iozef Haller [1873-1960], che, peraltro, «[…] prima dell’offensiva, aveva ordinato un ottavario di preghiere» [GC].

E proprio nel 15 agosto 1920, nel giorno dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, accadde qualcosa di decisivo per le sorti del conflitto: «[…] il maresciallo Iozef Pilsudski [1867-1935] lancia una controffensiva che, guidata dal generale Iozef Haller, ferma l’Armata Rossa davanti a Varsavia» [Ibid.].

15 agosto 1920: il piccolo esercito polacco, nel giorno dedicato alla festa dell’Assunzione di Maria, misteriosamente ha ragione dell’Armata Rossa

Ma, oltre all’eroismo dei suoi soldati, la Polonia poteva in più contare su Qualcuna la cui potenza era sconosciuta a Lenin e ai suoi: «È la vigilia della festa dell’Assunzione e le chiese sono piene di fedeli che pregano la Vergine per la liberazione. Le processioni religiose si moltiplicano. Il 15 agosto comincia a circolare la voce che la Vergine Maria sia apparsa in cielo sopra le truppe polacche e le abbia condotte alla vittoria: moltissimi sacerdoti sono presenti e riconoscibili in mezzo ai soldati come nel caso di padre Ignacy Skorupka [1893-1920]»[FM].

Il 20 agosto, padre Ignacy «[…] si portò in cotta e stola alla testa delle truppe e, con in mano il rosario, intonò l’inno alla Vergine di Czestochowa, patrona della Polonia. I soldati si unirono al canto e, guidati dal maresciallo Pilsudski, andarono all’attacco. Il sacerdote fu tra i primi a cadere ma il miracolo avvenne e i sovietici vennero ricacciati al di là della Vistola. Da quel momento in poi fu un’avanzata continua, fino a che i nemici non furono fuori dall’intera Polonia. E dall’Europa libera»[RC].

Il maresciallo sovietico «[…] Michajl Nikolaevic Tuchacevskij [1893-1937], in un ordine del giorno del 2 luglio 1920 diretto alle forze dell’Armata Rossa sul Fronte Occidentale e intitolato “Verso Occidente!”, [aveva proclamato:] […] è giunto il momento della resa dei conti. L’esercito della Bandiera Rossa e l’esercito dell’Aquila Bianca predatrice stanno l’uno di fronte all’altro in uno scontro mortale. La via della conflagrazione mondiale passa sul cadavere della Polonia Bianca» [GC].

La Vergine di Czestochowa  e i suoi soldati fecero sì che la “Polonia bianca” non diventasse un cadavere da calpestare.

Venti anni dopo, però, dovette pagare il suo eroismo in misura terribile.

La vendetta comunista fu spietata e 20.000 ufficiali dell’”esercito dell’Aquila Bianca” riempirono le fosse di Katyn.

12. Infine, un consiglio pro memoria. Quando, in futuro, l’Azione Cattolica o l’Opera Romana Pellegrinaggi o l’Unitalsi organizzeranno un pellegrinaggio al Santuario di Loreto, insieme alla visita alla Santa Casa e alla Vergine lauretana, sarebbe bene che inserissero nell’itinerario dei pellegrini anche un passaggio con sosta e preghiera nella cappella del Sacro cuore o polacca.

Qui potranno accostarsi agli affreschi realizzati — con le offerte dei cattolici, appunto, polacchi —, dall’artista loretano Arturo Gatti [1878-1958] negli anni 1912-1939 e posare il loro sguardo su quelli raffiguranti Maria Regina della Polonia, la Vittoria di Sobieski a Vienna contro i turchi, il Beato Marco d’Aviano con la Madonna di Loreto in mano (come nell’ingresso trionfale a Vienna, già ricordato) e il Miracolo della Vistola, «[…] dove le milizie polacche travolgono i bolscevichi» [AL2].

Qui, non solo potranno ringraziare la Madonna di Loreto e quella di Czestochowa, Giovanni Sobieski e il Beato Marco d’Aviano,  il maresciallo Pilsudski e padre Ignacy, magari anche Don Popielusko e il Beato Giovanni Paolo II e tanti altri ancora; qui — soprattutto —,  guardando quegli affreschi, potranno meditare sulla grande ingiustizia che si commette, dimenticandoli, nei confronti di questi uomini valorosi e santi, che hanno combattuto e sono morti per la nostra religione e per la nostra civiltà, quindi anche per noi.

Per molti immemori, però, non si tratta solo di una ingiustizia siffatta, bensì, ben più gravemente, di una rimozione “scientifica”.

Si fa peccato in pensieri, parole, opere e — anche se spesso mai considerate — omissioni. Almeno nei confronti della storia, allora, chi ha “buona” fede — cioè fede “semplice” e non ancora resa “adulta” dalle ideologie — quest’ultimo rischio può ridurlo al minimo. Perché, Maria legge nei cuori ben disposti e li aiuta.

Auxilium christianorum, appunto: non solo nelle battaglie campali tra eserciti ma anche in quelle apparentemente piccole che nella nostra mente combattono la verità e la menzogna. Che per ciascun uomo sono, in fondo, le battaglie decisive, quelle più importanti e, alla fine, le uniche che contano e che non bisogna perdere, perché da esse deriva la salute e la salvezza dell’anima di ognuno.

 

 (4/4, 20 novembre 2011)

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