LE ZUCCHE DI HALLOWEEN E I GIUDICI DI STRASBURGO (di Michele Tuzio)

799

 

halloween-zucca-324x230[1]Meno male che sono rimasti i giudici a illuminarci la via. Noi pensavamo che il crocifisso – così ci diceva più di vent’anni fa anche una scrittrice non credente come Natalia Ginzburg, su un giornale ateo come “l’Unità” (articolo del 25 marzo 1988) – «non genera nessuna discriminazione», che «ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini, fino allora assente», e che «è il segno del dolore umano», «della solitudine nella morte»; che rappresenta Colui che «ha detto “ama il prossimo tuo come te stesso”», parole che «sono la chiave di tutto» e che «sono l’esatto contrario del modo come oggi siamo e viviamo».

La scrittrice ci diceva che siamo così «…abituati a vedere questo piccolo segno appeso», che «tante volte ci sembra non altro che una parte del muro». Ma, riflettendo sul fatto che a dire quelle parole «…è stato Cristo, ci dispiace troppo che debba sparire dal muro quel piccolo segno».

Oggi finalmente, a più di vent’anni di distanza da quell’articolo, apprendiamo da una sentenza della Corte di Strasburgo che il crocifisso lede i diritti umani e che anzi – come è stato osservato in qualche dibattito televisivo da gente colta –  la sua esposizione pubblica manda “messaggi subliminali” che turbano gli alunni in una delle fasi più delicate della loro crescita. Ora, suppongo, non ci resta che proseguire l’opera intrapresa, per quanto si stia già preparando il ricorso a questa sentenza, da più parti definita “stupida”: coerentemente con questa singolare visione del diritto e della giustizia,  bisognerà – per esempio – reclamare la sostituzione di  tutte le bandiere e gli stemmi che richiamano una croce; l’abbattimento di cattedrali, abbazie, chiese e chiesette sparse per tutta l’Europa cristiana, con annessi campanili e campane, aggressive e irrispettose della gente che lavora o che sta riposando;  nonché delle statue e di tutte le “edicole”  di Santi, Madonne e Cuori di Gesù; bisognerà pretendere un’ ispezione capillare – da parte del Ministero della salute –  di tutti gli Ospedali e altri luoghi di cura, dove abbondano  “le Immacolate”, i “Padre Pio” e i “San Giuseppe Moscati”; la revisione del calendario e dei suoi “ritmi” cattolici (già ingloriosamente tentata  dalla Rivoluzione Francese); il drastico ridimensionamento (quanto meno la privatizzazione) dello studio di certi autori con cattive propensioni metafisico-religiose, come Dante e Manzoni, da proibire soprattutto come spettacolo pubblico all’aperto; l’eliminazione di tutta la sterminata arte religiosa a cielo aperto (pittura, scultura, architettura), che offende le mamme e i papà dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), a passeggio coi loro figli per prendere una boccata d’aria”sana”: per “sana” si intende aria assolutamente priva di particelle d’incenso provenienti dalla vicina parrocchia, che deve attrezzarsi per evitarne la pubblica effusione (a salvaguardia – diciamo – della “laicità” dell’odorato); in luoghi chiusi si potranno ascoltare, volendo, musica sacra e roba simile,  ma un provvedimento speciale va studiato per le bande al seguito delle processioni e delle feste patronali!

Insomma, un duro lavoro ci aspetta, metodico e capillare, di demolizione e  “svuotamento”,  lo stesso che si fa con le zucche di “Halloween” (festività pagana celebrata – per una coincidenza forse non casuale – proprio a ridosso della sentenza): si svuota la zucca del contenuto suo proprio e la si riempie con contenuti di fantasia, effetti speciali, fantasmi della mente. Si priva la comunità di tutti i segni della propria storia, geografia, cultura, linguaggio religioso e artistico e così il diritto diventa un immenso pentolone  vuoto (“formale”, si dice), un deserto sconfinato  senza contenuti etici, dove ci può stare tutto e il contrario di tutto, con la sola proibizione di giudizi di valore, ritenuti “discriminatori” (Cristo, Maometto, Il Nulla; l’aborto, ma anche la fecondazione in vitro; il divorzio tra uomo e donna, ma anche l’unione tra uomo e uomo o donna e donna; il ritorno al puro stato di natura, ma anche il cambiamento artificiale della natura sessuale, la proibizione della manipolazione del “creato”, ma anche la liceità della sperimentazione sugli embrioni umani). In sintesi, una “mission impossible”: la realtà sacrificata ancora una volta all’ideologia, con pochi uomini “tecnicamente” attrezzati per dettare la linea al popolo bue.  Insomma, una “roba da pazzi”  abilmente vestita (o travestita) di “razionalità”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui