LECCE, IL CUSTODE DI TERRA SANTA IN VISITA AI CAVALIERI DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

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padre_pizzaballaVenerdì 15 gennaio il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha fatto visita a Lecce alla Sezione “Salento” dell’Or dine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’illustre francescano è stato accolto nella sede dell’Ordine, in via Ascanio Grandi, nell’antica chiesetta di Santa Maria della Sanità che oggi, restaurata, ospita i Cavalieri del Santo Sepolcro. 

Dopo il saluto del Preside della Sezione “Salento”, Cavaliere di Gran Croce Prof. Romano Santamaria, padre Pizzaballa ha illustrato ai Cavalieri e alle Dame intervenute le attuali condizioni  di vita in Terra Santa, con particolare riferimento alle comunità cristiane.

“Da un certo punto di vista” – ha esordito padre Pizzaballa – “la situazione è più difficile oggi che nel passato. Anche se negli anni scorsi c’era uno scontro fisico e militare, tuttavia ci si parlava, mentre oggi fra le due parti non c’è più dialogo”.

A ben vedere, le parti, ha precisato il Custode di Terra Santa, sono tre e non due: da un lato Israele e dall’altro i Palestinesi, divisi fra seguaci di Hamas e quelli di Al Fatah. Ma anche gli Israeliani al loro interno presentano frizioni e fratture. 

In mezzo a questi due vasi di ferro vi è il piccolo vaso di argilla che è la comunità cristiana. In Terra Santa ci sono cristiani di origine ebraica (appena 4-5 mila per lo più protestanti) e soprattutto cristiani palestinesi. La novità degli ultimi anni è rappresentata dai lavoratori cristiani stranieri (Filippini e Sudamericani) presenti in gran numero in Israele. I cristiani palestinesi vivono per il 60% in Israele, mentre il restante 40% abita a Gaza e in Cisgiordania. La comunità più numerosa è quella greco-ortodossa, cui segue quella cattolica con circa 120.000 fedeli. Ben poca cosa a fronte dei 6 milioni di ebrei e dei 2 milioni di musulmani.

Mentre per i cristiani che vivono sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese la povertà costituisce uno dei problemi maggiori, tanto da costringerli all’emigrazione, per quelli di Israele sussiste invece soprattutto un problema di identità, visto che spesso sono assorbiti dalla lingua e dalla mentalità ebraica. Comunque non è solo l’emigrazione (specie degli appartenenti alla classe media) ad assottigliare la comunità cristiana, ma il fatto di essere schiacciati dall’esplosione demografica musulmana: gli islamici hanno in media 7-8 figli per famiglia contro i 2-3 dei cristiani. Anche per questo motivo i pellegrinaggi nei Luoghi Santi acquistano un’importanza straordinaria. “Se non ci fossero i Luoghi Santi probabilmente i cristiani sarebbero già scomparsi da tempo da quest’angolo di terra”, ha riferito padre Pizzaballa. Il pellegrinaggio non solo aiuta economicamente i cristiani di Terra Santa, ma contribuisce a dare un significato soprannaturale alla loro presenza.

Nonostante tutti i contrasti fra le varie fedi – compresi quelli interni alla comunità cristiana! – Gerusalemme, ha ricordato padre Pizzaballa, è una città straordinaria, che ha il ritmo della preghiera: si prega pubblicamente senza pudore e senza vergogna.

L’incontro si è concluso con un interessantissimo question time da parte di Dame e Cavalieri, con cui il Custode di Terrasanta si è voluto amabilmente intrattenere.

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