L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI, NELLA LEZIONE DI MONS. RONCA, PROTAGONISTA DELLA STORIA DEL SUD (di Giuseppe Brienza)

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Di uno dei testimoni della storia sociale italiana più ingiustamente dimenticati del secolo scorso, mons. Roberto Ronca (1901-1977), è stata di recente pubblicata la prima lettera pastorale, del 1948 (cfr. Lavorare e sacrificarsi per la gloria di Maria, Edizioni Amicizia Cristiana, Chieti 2010, Presentazione, note e bibliografia a cura di Giuseppe Brienza, pp. 48, euro 5,00). In tale finora introvabile documento, il vescovo romano, prima Rettore del Pontificio Seminario Maggiore a Roma, poi fondatore della congregazione religiosa – nei suoi due rami maschile e femminile – degli Oblati e delle Oblate della Madonna del Rosario, diffusi soprattutto nel Mezzogiorno, infine Prelato del Santuario di Pompei (1948-1955), compendia i migliori principi della pedagogia classica cristiana, sempre validi.

Mons. Ronca, che fece il suo ingresso a Pompei il 14 agosto del 1948, in breve tempo riuscì a dar vita a tali ed importanti iniziative ai fini dello sviluppo civico e sociale della città, che gli fecero guadagnare persino la cittadinanza onoraria da parte del Comune. Ricorrendo alle competenze tecniche acquisite in gioventù (era ingegnere prima di diventare sacerdote), il vescovo romano giunse persino a studiare e promuovere la redazione del primo piano regolatore della città di Pompei. Per quanto riguarda invece il Santuario, mons. Ronca profuse tutte le sue energie in un’opera grandiosa intesa alla esaltazione della “Città mariana”, innalzando in pochi mesi l’albergo del Santuario, mettendo su una tipografia gigantesca, capace di stampare un quotidiano moderno, istituendo l’unico Istituto Tec­nico Parificato per le Arti Grafiche nel Meridione, aprendo scuole e, addirittura, fondando una casa editrice.

Nella Lettera pastorale di cui ancora oggi è interessante la lettura, Mons. Ronca si sofferma su quello che doveva essere l’obiettivo primario degli Orfanotrofi ed Istituti di educazione gestiti nel Santuario: “…faremo sì che le Opere abbiano ad adeguarsi agli incessanti progressi moderni; ci adopereremo a che, le Officine presentino sempre ciò che oggi vi è di più progredito nel campo della tecnica e di più umano nel campo della pedagogia, in modo tale che la nuova Pompei non abbia soltanto un primato nella vita religiosa degli Italiani, ma lo abbia altresì, grazie alla funzione sociale delle sue opere, nella vita civile” (p. 26). Ai giovani il vescovo romano raccomandava, in particolare, “lo spirito di generoso sacrificio e di umile preghiera, necessari a conquistare la pace in terra e la felicità in cielo” (p. 32).

Grande educatore, Mons. Ronca ha lasciato ai giovani di allora e a tutti coloro che hanno la grande responsabilità di aiutare a far crescere, la lezione di “amare il prossimo, lavorare nel silenzio, con la coscienza di compiere un dovere prezioso per il bene del mondo”.

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