L’ERA FACEBOOK: L’AMICIZIA DILUITA IN RETE (di David Taglieri)

725

L’Era Facebook sta ribaltando il concetto di conoscenza-amicizia-contatto: la possibilità di ritrovarsi sulla rete porta le persone a perdere il senso della realtà. E’ dimostrato da studi recenti compiuti negli Usa e in Europa che la gente, usufruendo della telefonia mobile, attraverso la rete, proietta il proprio interesse unicamente sullo schermo dell’apparecchietto.

Non importa se si è in autobus, sulla metropolitana (ora prende anche lì), al parco, magari in gita culturale, o allo stadio: la smania di fotografarsi, apparire ed inviare agli amici le proprie avventure crea una spirale non indifferente.

Postata” – che termine brutto -, messa la foto si attendono i commenti, o il mi piace…e inevitabilmente non si segue più ciò che avviene intorno.

La maggior parte dei cittadini presenti sulla società virtuale dicono di adoperare in maniera intelligente e saltuaria il mezzo, ma ancora è dimostrato che scrivere messaggi sul proprio profilo crea aspettativa di riscontri, pareri, considerazioni.

Il paradosso poi è trovarsi nella vita reale, a cena con comitive o a prendere il caffè, e sentire le persone parlare di facebook, delle foto degli amici viste sul social forum.

Se il fine era quello di andare a ripescare persone che avevano fatto parte della propria esistenza, all’asilo, a scuola, all’università, in ufficio, il mezzo ha superato quel fine perché all’inizio si chatta con tutti; poi, a forza di aggiungere persone, si ritrovano sulla bacheca solo figurine, e non ci si ricorda più chi si è aggiunto.

Inoltre dagli studi emerge che facebook induca ad una certa pigrizia ed indolenza nel coltivare i rapporti reali, realtà che sia frequentazione concreta, perché avendo a disposizione la figurina, si crede di aver la persona sotto controllo, e non si chiama più neanche l’amico o l’amica più stretta.

Pure gli stessi sms, meno romantici della telefonata, ma di gran lunga più reali di facebook, di fatto stanno diminuendo.

Eleonora Barbieri sul Giornale di venerdì 20 luglio 2012 mette in evidenza, sulla base di indagini recenti, come dopo i 30 anni si ricerchi accumulazione di figurine su facebook, ma si è molto meno disposti ad incontrare quelle persone: sempre dopo i 30 si alza l’asticella e soprattutto le persone mature cercano rapporti solidi, lontani dagli egocentrismi e dagli egoismi altrui, pur tollerati quando si era più giovani.

Dopo i 30 si cercano certezze e facebook chiaramente non ne dà; tempo fa in Italia alcuni psichiatri misero in evidenza che facebook diventava un agglomerato monotematico di sfogatoi, autocelebrazioni, lamentele…

Ovvero i contenuti sono solo viatici per mettersi in evidenza, e tutto poi in una formula che schematizza la vita delle persone.

Ogni persona è un’esperienza unica ed irripetibile e non può essere banalizzata in gruppi pro o anti, di cui si serve la pubblicità presentissima su facebook.

In un’era in cui si condanna – giustamente – la tv, per la spazzatura che propina, si esalta facebook che si nutre tutto sommato dei medesimi meccanismi.

Sicuramente ci sono persone molto equilibrate ed intelligenti che usano al meglio il mezzo facebook.

Tuttavia emerge un dato non indifferente in Europa ed in Italia: sempre più persone tentano di cancellarsi dal web, e l’impresa è ardua.

Infine risulta molto razionale e di buon senso l’utilizzo del mezzo fatto da una minoranza di persone: solo gli amici stretti ed i familiari.

E’ lì che non si non si è più figurine della Panini.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui