PASSEGGIANDO IN EMILIA (di David Taglieri)

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L’Emilia Romagna costituisce un anello di collegamento e transizione fra la parte settentrionale del Belpaese e il centro-sud; dal secondo secolo avanti Cristo si iniziarono a popolare la bassa pianura e la costa.

Affabilità e laboriosità del Nord più garbato e calore e cuore delle popolazioni fanno di molti abitanti un modello antropologico di accoglienza e solarità. Anche a livello amministrativo le diverse territorialità ed ex provincie divengono spesso modello di amministrazione per le altre aree della Nazione.

A Parma si respira una musica che è fatta di silenzio ed ordine; attirano e stupiscono per chi viene dalla grande città la compostezza delle vie e delle persone, il perfetto sposalizio delle architetture e dei palazzi, l’incastro dei borghi che spesso rende l’orientamento difficoltoso ma rende ancora più affascinante il cammino e il passaggio fra le vie: si scopre tanta bellezza.

Piazza Duomo rappresenta un gioiello artistico, nucleo intorno al quale sorse la città nel Medioevo.

Ispirata e dedicata all’Assunta, la cattedrale di Parma incarna uno degli esempi più lampanti del romanico padano in Italia. Il tratto caratterizzante ed il minimo comun denominatore fra le chiese parmensi è la sobrietà artistica ed architettonica. 

Da menzionare all’interno, fra le tante opere romanico rinascimentali, nel transetto destro il rilievo della Deposizione (1178), prima opera datata di Benedetto Antelami e sulla cupola l’affresco dell’Assunzione della Vergine del Correggio (1526-30).

Il Battistero annovera delle preziosità artistiche medievali che ne determinano un’importanza fondamentale nel contesto europeo.

La sensazione nel girare Parma è quella di essere contenuti in incastri di vie e di borghi che trasmettono una circolarità che riporta comunque alle forme di una città razionale e ben organizzata.

Conviene anche perdersi fra le vie parmensi per scoprire pezzettini di storia, vecchi negozi, farmacie, librerie storiche.

Il tessuto urbano offre la possibilità di godere di palazzi antichi da visitare, giardini con spazi ampi ed anche un Lungo Parma – la zona del torrente – dove è piacevole camminare, passeggiare, soffermarsi a scrutare le prospettive.

Parma sinonimo di ciclicità del tempo, nella quale gli sfondi della storia vanno di pari passo con la laboriosità e il dinamismo della modernità urbana; il senso dell’arte parmense, rappresentazione della realtà del passato e del presente, è l’eterno avvicendarsi dei tempi e dei ritmi. 

Si ritorna anche alla ricerca meticolosa dell’ordine e della razionalità, non maniacale, mai fastidiosa, temperata dalla apparente rotondità dei percorsi nell’incrocio fra vie traverse e piazze principali.

Città ricchissima; se ne è accorta anche l’Unesco nella nascita nel 2004 della Rete delle Città creative, con la creatività quale marchio indelebile. Parma nel mondo Unesco fotografa un’apertura al processo di internazionalizzazione, con la città che conferma le sue qualità nel mondo del made in Italy. 

Consigliamo la visita nella sontuosità del Teatro Regio, nato per il melodramma ottocentesco. Giuseppe Verdi raccolse qui i successi del Trovatore, della Traviata, del Rigoletto e dell’Aida.

Una bravissima guida ci ha dato la possibilità di assistere alle prove in corso al Teatro facendoci assaporare le storie dentro la storia dei legni e del palcoscenico.

Non citiamo tutte le bellezze che contiene perchè amiamo sempre presentarvi “aperitivi” di estetica e di bellezza per suscitare e nutrire delle curiosità nel percorso dal vivo, fra queste strade tranquille, palazzi dignitosi, chiese sobrie e piene di preziosismi e preziosità e giardini che proteggono la realtà urbana. Le biciclette e i passanti la fanno giustamente da padroni e buona parte del centro è priva di auto.

Ad una mezzoretta di strada i colori, il turismo, la vita e il caos ordinato di Reggio Emilia, che colpisce per i suoi porticati, il gioco delle sfumature, le piazze ampie ed i corsi vivi ed anche qui pieni di storia.

Il Duomo consacrato a San Tommaso, edificato nel nono secolo e poi rimaneggiato nel cinquecento da Prospero Sogari, detto il Clemente, che morendo non concluse la sua opera.

Nella parte alta della facciata il gruppo in rame della Madonna col bambino di Bartolomeo Spani.

Anche qui il gioco artistico continua con piazze spaziose, biblioteche, musei civici di grande rispetto; la sensazione è quella di trovarci di fronte a contesti spaziali che si moltiplicano, accompagnati sempre dai cromatismi che si formano e che si sostanziano nella differenza fra i palazzi che richiamano sulla distanza piazze diverse, vie che si intersecano e colori che dominano lo scenario e marcano quella solarità e quel senso di accoglienza cerniera fra nord e sud.

Anche qui cenni di bellezza per invitarvi a conoscere e visitare i pezzi di storia, memoria, estetica e creatività artistica presenti nel nostro territorio.

Un viaggio dunque per rilassarsi, per la riconciliazione con l’armonia, da dedicare al nostro Amico, Maestro, Fratello Alessandro Tarquini, volato in corsa nei Cieli del tempo e dello spazio, un Angelo amante della fotografia, dell’Arte e dello Sport che da lassù ci ispirerà e cronometrerà tempi diversi.