PICCOLI E GRANDI DITTATORI CRESCONO (L’Ora del Salento, 19 giugno 2009, pag. 11)

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Laureata in storia moderna all’Università di Firenze, Fiamma Nirenstein ha vissuto per anni tra l’Italia e Gerusalemme, dove ha ricoperto il ruolo di inviata dal Medio Oriente prima per il quotidiano La Stampa e poi, dal dicembre 2006, per il quotidiano Il Giornale e per il quotidiano telematico L’Occidentale. Su Panorama, Nirenstein tiene regolarmente una rubrica di politica internazionale. Ha lavorato anche per molti altri pr est igiosi quotidiani e settimanali, cominciando da Paese Sera.

Nel 2006, insieme a Toni Capuozzo e Magdi Allam, partecipa al programma su Canale 5 “Orient Express”. Nel 2005 ha ideato e condotto il programma di politica estera su Raidue “Ore diciotto/Mondo”. Viene intervistata settimanalmente a Radio Radicale da Massimo Bordin, in una rubrica dedicata al Medio Oriente. Alle elezioni politiche del 2008 è stata candidata nel Popolo delle Libertà ed eletta nella circoscrizione Liguria. E’ vicepresidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati. Nella sua carriera di giornalista ha incontrato a decine i leader mondiali, da Nelson Mandela, da Vaclav Havel ad Arafat.

Nonostante il suo recente schieramento politico, Fiamma Nirenstein è una voce libera ed imparziale, come dimostra l’attenzione speciale con cui la segue Radio Radicale. In politica estera ha una rara competenza, e proprio per questo meritano attenzione le sue riflessioni in margine a quanto sta accadendo in questi giorni in Iran e in Corea del Nord. In un’analisi pubblicata su “Il Giornale” di domenica 14 giugno 2009 (pagg. 12-13), Fiamma Nirenstein evidenzia come il mondo stia diventando più debole e impotente contro la furia di piccoli e grandi dittatori.

Non ci sono solo le minacce nucleari della Corea del Nord (che mettono tanta paura a Giappone e Corea del Sud) e l’intransigenza atomica di Teheran (che terrorizza Israele); ad alzare la voce contro l’Occidente vi sono pure i regimi socialisti dell’America Latina, come quello di Hugo Chavez in Venezuela e di Evo Morales in Bolivia. In entrambi i Paesi la stampa e i media subiscono pesanti limitazioni, mentre nei 10 anni di governo di Hugo Chavez sono aumentati i prigionieri politici. Il Venezuela poi è in ottimi rapporti con Cuba dei fratelli Castro – che stanno ingannando il mondo con promesse di democratizzazione mai attuate -, e con lo stesso Iran. Chavez, al pari del brasiliano Lula, si è subito affrettato a riconoscere la vittoria di Ahmadinejad nelle contestate elezioni presidenziali iraniane.

In questo speciale elenco ci sono anche le dittature africane, come quella particolarmente longeva di Robert Mugabe – sostenuto dalla Repubblica Popolare di Cina – e di Omar al Bashir, il Presidente sudanese, nei confronti del quale il Tribunale Internazionale ha emesso un mandato di cattura per crimini contro l’umanità in relazione al genocidio del Darfur. E come non ricordare la violenza repressiva del regime birmano, il cui principale sponsor è la Cina di Hu Jintao?

Per Fiamma Nirenstein vi sarebbe un collante che unisce tutti questi piccoli e grandi dittatori: il comune desiderio di umiliare l’Occidente.

Nella foto: Fiamma Nirenstein, giornalista e dal 2008 deputato del Popolo delle Libertà)

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