RASSEGNA STAMPA (a cura di David Taglieri)

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Agnese Pini sulla Nazione di Firenze di domenica 24 gennaio fa un bilancio dei rapporti fra politica e sanità, con un governo che partito trionfalmente e con il clamore mediatico sulle vaccinazioni, adesso incespica, declina responsabilità, polemizza, ma al contempo trova ancora il tempo di pavoneggiarsi.

Michele Brambilla su il Resto del Carlino mette sull’attenti l’opinione pubblica e la società civile: il dramma del coronavirus ci sta portando a dimenticare altre gravi piaghe sociali, come la dipendenza dalla droga e quella dai social, che in questi giorni stanno provocando lutti e drammi.

Ci domandiamo come la giungla di internet e dei social in particolare siano privi di controllo e di monitoraggio; mentre i vertici delle varie reti sociali stanno attenti a bannare opinioni legittime, magari cristiane e/o conservatrici, passano invece sopra ogni scempio, determinando in maniera decisiva la morte di molti giovani. Morire per un gioco stupido su Tik Tok? 

Marcello Veneziani nei giorni scorsi su la Verità si è occupato di italo-comunismi e dell’eredità PCI targata politically correct, avendo oramai la sinistra messo nel cassetto del dimenticatoio la questione sociale. Anche se erano discutibili le modalità della sinistra storica di redistribuzione sociale e di allocazione delle risorse, perlomeno non vi erano esplicite intenzioni di auto-distruzione della comunità. Ancora oggi abbiamo sotto gli occhi l’abominevole modello della Cina, che certo non ha abiurato il comunismo.

Fiamma Nirenstein su il Giornale ha raccontato la sua esperienza con il vaccino, il suo anelito al ritorno alla normalità: allo stesso tempo coglie un elemento importante, quello psicologico. I governi nel male e nel bene – più nel male – stanno gestendo la situazione economica, sanitaria, ma non si stanno minimamente preoccupando degli aspetti psicologici che sono già pesanti e lo diverranno ulteriormente nel momento della fine di questo incubo maledetto.

Bruno Vespa su il Resto del Carlino si occupa del bilancio politico, denotando il clima confusionario che regna e fermandosi a riflettere sul valore delle commissioni parlamentari quali motori dell’attività legislativa.

Pietrangelo Buttafuoco su il Quotidiano del Sud ironizza sulla dicotomia fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, quelli che come le vecchie zie si affacciano dalla finestra per giudicare chi esce, magari solo per una boccata di ossigeno. La nuova squallida frontiera: rimossi santi ed eroi, si santifica e sanifica chi si barrica in casa, diviso fra televisione e facebook; si condanna chi con una certa prudenza tenta di trovare un’alternativa fuori dalle mura domestiche, anche solo per una sana passeggiata. Dalla sinistra mondana a quella domestica.

Massimo Fini da Massimo Fini.it rimpiange Berlusconi: pur non avendolo mai condiviso, parla di un Renzi come di una brutta copia, senza l’estro e le capacità del Cavaliere che si era fatto davvero da solo. Massimo Fini non ama Berlusconi e non risparmia critiche, ma da onesto intellettuale quale è, riconosce l’obiettività sul piano delle competenze.

 

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