SNOB E SERVI (di David Taglieri)

1033

Di Maio e Salvini a tutti gli effetti sono stati i vincitori delle elezioni, ma c’è chi li vorrebbe a tutti i costi vincenti a tempo determinato; gli intellettuali snob alla Severgnini pontificano dai loro lussuosi salotti sentenziando contro il popolo, a loro dire ignorante ed impulsivo, che non comprenderebbe i “sacri” meccanismi europei.

Quanto sopra sulla scorta dei saccenti mercanti finanziari di Bruxelles, che sono terrorizzati da un governo espressione della volontà popolare e del sacrosanto e mai rispettato concetto di sovranità nazionale, che aborrono.

Tempo fa il filosofo Diego Fusaro affrontò in un dibattito televisivo – dove fu sbeffeggiato da conduttrice e ospiti – il tecnocrate Mario Monti, spiazzandolo. Proferì allora una verità tanto elementare quanto profonda, ovvero il fatto che si avesse paura di uscire dall’euro prefigurando situazioni apocalittiche, mentre in realtà quelle stesse situazioni stanno già accadendo (insicurezza sociale, crisi, disoccupazione, fiscalismo aggressivo, ecc.).

Sul Tempo Marcello Veneziani mette bene in evidenza quanto sia importante dare modo all’avvocato Conte di lavorare prima di giudicarlo;  Mario Deaglio sulla Stampa avverte, polemiche o no, che l’Unione Europea va cambiata ed utilizza una metafora calcistica: il vero scontro – dice – oggi sta avvenendo prima ancora che le squadre scendano in campo, dato che il nome di Paolo Savona quale responsabile del ministero dell’Economia mette i brividi ai maggiordomi del potere europeo, a sua volta prono ai voleri del mondialismo.

Guido Tabellini su il Foglio invita alla prudenza, dato che il contratto fra Lega e 5 Stelle vorrebbe rinegoziare i trattati dell’Eurozona per dare più risalto alla politica fiscale e alle politiche macroeconomiche che puntano alla crescita. Purtroppo – aggiunge – i trattati non sarebbero rinegoziabili.

Il Carroccio intanto non contempla piani “b” e afferma a gran voce che o si va con Savona o niente: è anche una questione di principi costituzionali e di sovranità nazionale.

L’ex premier Gentiloni sostiene di lasciare un’Italia migliore: se ce ne mostrasse i segni tangibili e gliene saremmo grati.

Attendiamo lo sviluppo dell’esistente e vedremo se si riuscirà a costituire un governo gialloverde; magari la Giamaica potrebbe riportare sprazzi di sole ad un’Italia malata. Non siamo certo sostenitori dei Cinque Stelle, ma la sovranità va rispettata. E sembra riproporsi il ‘94 quando l’outsider Berlusconi, oramai un “moderato” pronto a ricreare il centrismo, venne allora accusato di aver indottrinato il Paese con le sue teorie e i suoi sorrisi, mentre la cattocomunista Iervolino arrivò a dire che aveva vinto perché i cittadini non conoscevano la storia. Altro che storia e democrazia: i sacerdoti del progressismo illuminato sono maestri solo di snobismo intellettualoide!

Diciamola tutta: questa Europa retoricamente liberaldemocratica ci ha stancato con le sue lezioni di falso moralismo e ricatti basati sullo spread.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui