TOLLERANZA. GRIDO DI BATTAGLIA DEL RELATIVISMO

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9788882724230Dal volume di Gabriele Kuby – Gender Revolution. Il relativismo in azione – edito da Cantagalli di Siena, proponiamo ai lettori qualche passo tratto dal paragrafo sulla tolleranza.

“Il filosofo polacco Ryszad Legutko mostra come sia avvenuta e avvenga la presa del potere da parte del relativismo.

Un ruolo chiave è giocato dal concetto di tolleranza. Dalla subordinata virtù della tolleranza è stato tratto un termine di battaglia utile per l’insediamento della dittatura del relativismo…Voltaire aveva propugnato la tolleranza come vertice della morale ma, diversamente dai relativisti dei nostri tempi, non aveva ritenuto la verità in quanto tale come un’idea repressiva…L’idea di tolleranza doveva favorire precisi mo di di vedere e neutralizzarne altri. Essa si è trasformata in un programma sociale utile per disattivare tutte le filosofie, le religioni e le norme sociali che accampassero pretese di verità. Non si trattava più di tralasciare qualcosa, cioè la repressione di chi la pensa diversamente, piuttosto di fare qualcosa, cioè di lottare per la causa della libertà. Legutko ha chiamato questo “tolleranza positiva”…L’idea di tolleranza positiva concede a ciascuno un proprio punto di vista, tuttavia impone che si debba accettare qualsiasi altro punto di vista di pari autorità. Non è possibile emettere alcun giudizio negativo su altri punti di vista, perché questo sarebbe discriminante e si deve rispettare anche ciò che si trova repellente. In questo modo viene evitata una forte identificazione con uno specifico punto di vista. Si deve essere benevolmente aperti davanti a tutto. Per esempio: “Sì, sono un cristiano, ma sono benevolmente aperto rispetto ad un artista che urini su di un crocifisso”…A quali conseguenze la teoria relativistica conduca si fa chiaro nella posizione del giureconsulto austriaco Hans Kelsen che, secondo Ratzinger, è l’eminente rappresentante della posizione più strettamente relativistica. Kelsen valuta la posizione di Pilato nella condanna di Gesù. In lui vede il modello di uomo democratico. Kelsen è dell’opinione che Pilato abbia agito come perfetto democratico. Poiché non sa che cosa sia giusto, lascia che sia la maggioranza a deciderlo. Pilato diviene in questo modo, nella rappresentazione che ne fa l’austriaco, la figura emblematica della democrazia relativistica e scettica, che non poggia sui valori e sulla verità, ma su procedure. E’ incontestabile, per Kelsen, il fatto che nel caso di Gesù si abbia a che fare con un giusto innocente. Ma non c’è altra verità oltre a quella della maggioranza. E’ sorprendente come la conseguenza del relativismo, cioè la legittimazione democratica di un assassinio, venga messa in conto da un giureconsulto molto stimato e venga ammessa apertamente. Il fatto che l’innocente sia Gesù Cristo, che viene sacrificato alla democrazia elevata a divinità, è per i cristiani un avvertimento…(pagg. 23 e seguenti).

Non è vero che il relativismo garantisce la libertà. Piuttosto sottrae agli uomini il criterio del bene e del male. Così essi diventano disponibili per quelle forze che vogliono introdurre un “mondo nuovo e bello” nel quale Dio venga detronizzato e gli uomini, per i quali nulla più è sacro, siano collocati al suo posto. Una democrazia che distrugge il proprio fondamento morale si pone sulla via che porta alla dittatura. Un’opposizione irremovibile e udibile in ogni parte del mondo è promossa su questa terra da un’unica istituzione: la Chiesa cattolica. Essa fa valere la pretesa all’intera verità e grida questa verità in ogni angolo della terra attraverso la bocca del suo massimo rappresentante…”. (pag. 40).

GENDER REVOLUTION, Il relativismo in azione, di Gabriele Kuby, 2008, Edizioni Cantagalli, Siena, euro 12,90, pagg. 135.

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