UN SACERDOTE SIRIANO SCRIVE

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Siria.-Chiesa-bruciata-300x200Testimonianza di fede

indirizzata a Sua Santità Papa Francesco da un sacerdote siriano damasceno, chiedendogli di continuare a pregare per la pace nel mondo e in Siria.

“Non abbiate paura”(Mt 14, 27)

«Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». (Gv 18, 9).

Nel nome di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, un solo Dio, Amen.

Nel nome di Dio, amore…  Nel nome del Figlio, pace nella terra…  Nel nome dello Spirito Santo, Misericordia Divina.

Sono venuto da una delle città più antiche della storia, la più vecchia del mondo, nella quale la vita non si è fermata e non si fermerà per migliaia di anni, da una città irrigata dall’acqua d’amore del battesimo, l’acqua del fiume Baradache ha battezzato tutte le terre che ha attraversato… la città della gloria e della durata… da Damasco a Fayha’a, la perla dell’Oriente, il neo sulla guancia del mondo, la città del gelsomino… Sono venuto dalla città dei santi e delle sante, la città di San Paolo, Saul, che si è convertito alle sue porte, di Sant’Anania, San Giovanni Damasceno, Giuseppe Damasceno… dalla città dei martiri e delle martiri… la città dei templi, delle chiese e delle moschee, la città della fratellanza, del dialogo e della convivenza.

Come ho voluto venire da voi tre anni fa per parlarVi del mio Paese, della mia terra e del mio amore… anche oggi, malgrado la guerra, l’odio, il dolore, la morte e la distruzione, non parlerò di nient’altro che del mio Paese, la culla delle religioni, la terra delle civiltà e culla del cristianesimo, il Paese della pace e della sicurezza; parlerò della mia città, Damasco, la città della pace, dell’amore, della fratellanza e della sicurezza, la città del gelsomino… La mia testimonianza oggi è quella di ogni cittadino di fede, sulla terra della mia Patria, la Siria.

Quando dico “ogni cittadino di fede”, intendo dire ogni credente in quel Dio che é nell’alto dei cieli, il Dio dell’amore, il Dio della misericordia e della pace, e non solo la testimonianza di un fedele cristiano, altrimenti la mia testimonianza sarebbe manchevole ed incompleta, perché chi vive in un’unica famiglia non può parlare a nome di uno solo dei suoi membri senza tener conto degli altri, di tutta la mia famiglia, dei miei fratelli, dei miei amici e compagni di strada, che sono la mia grande famiglia, con cui sono cresciuto, ho vissuto e vivrò con amore, con fiducia in tutti i suoi membri.

Mi chiedono della mia Siria… mi chiedono della mia terra, della mia Patria e della mia passione… mi chiedono dei miei parenti, dei miei fratelli… dei miei amici, compagni e vicini di casa… mi chiedono di casa mia, della mia chiesa e della mia moschea… mi chiedono della mia scuola, della mia università, e del mio frutteto… mi chiedono e mi chiedono ancora… e cosa rispondo loro?

Penso, cerco profondamente dentro di me, ma non trovo nessuna risposta unica, completa e sufficiente che mi permetta di sfogarmi e saziare la mia sete, perche non ce l’ho. Coloro che completano la risposta sono i miei famigliari, i miei fratelli, i miei amici e vicini di casa; andate da loro, chiedete loro… chiedete: come stanno? Quali sono le loro condizioni? Come e dove vivono? In che cosa pensano? Cosa mangianoe bevono? Che cosa possiedono? In che campo lavorano e cosa sperano?… Vi assicuro che vi accoglieranno con un largo sorriso, con volti graziosi e lucidi, vi apriranno i loro cuori, perché  le loro case non ci sono più, non si vergogneranno perché sono andate distrutte… Vi accoglieranno con i loro cuori rossi battenti, con sangue rosso puro, con sangue la cui unica fonte di nutrizione è l’amore, vi diranno con sorriso lacrimante: “Dio ha voluto sulla terra pace, amore e felicità”… Vi diranno come sono state derubate la loro gaiezza e le loro speranze… come sono stati derubati i loro beni e i loro soldi, come sono stati  distrutti l’amore e la pace nelle loro vite… come è stata spenta la luce della vita e della delizia nei loro occhi e nei loro cuori… come sono stati costretti ad abbandonare le loro case, come sono state distrutte e saltate in aria le loro abitazioni, le loro chiese, le loro moschee, le loro scuole e le loro città davanti ai loro occhi, come hanno pianto le mamme che hanno perso i propri figli, come sono state umiliate e stuprate le loro figlie e sorelle, come sono stati uccisi i loro padri e i loro fratelli, come sono stati rapiti, torturati e picchiati i loro figli… Vedrete tutto questo nei loro occhi che brillano, lacrimano e promettono… Vi diranno come gli sono state aperte case, carne e sangue, cuori caldi di amici e fratelli nell’umanità, vedrete come oggi vivono e condividono il loro cibo e la loro acqua, e si caldano uno vicino all’altro, vi diranno… vi diranno… vi diranno…download

Una strada di dolore, cieca, che non distingue tra l’uno e l’altro, tra anziano o neonato, via crucis sanguinosa, dura e lunga questa via vivono e condividono, alcuni hanno parenti uccisi, altri hanno il fratello o la sorella uccisi, alcuni hanno l’amicoucciso o il vicino di casa e altri hanno la famiglia intera massacrata… Vedrete come vivono la croce: dolore, paura, fame, rapimenti, minacce  e stanchezza dei senza-tetto… Vedrete come sia lunga questa via… come sia grande e pesante questa croce, che non erano abituati a sollevare prima… La loro sofferenza e i loro dolori hanno superato ogni limite immaginabile, ed essi sono diventati privi di forza per sostenere un’altro: sfollati, perseguitati, derubati, rapiti, catturati, torturati, frustati, violentati… Hanno vissuto la morte mille volte al giorno… I malvagi hanno violato tutto, la terra, l’onore, l’essere umano, la vita e i diritti, persino la libertà per cui vantavano di essere venuti a combattere, l’hanno uccisa prima che nascesse…

Vi diranno che non esiste più un posto sicuro per la vita nel mio Paese. Ogni giorno, anzi ogni istante, attentati, uccisioni, rapimenti, violazioni, vigliaccherie, paure, persone sfollate, fame e freddo… Non c’è più né legge né regola, neanche i più elementari diritti. Il disordine è l’unica legge dominante; questo è il pericolo più grande che minaccia tutti i cittadini, e in particolare noi cristiani, perché i fondamentalisti si sono moltiplicati e la loro malvagità è aumentata.

Coloro che proclamano di “difendere Dio”… alzando il grido di “Allahu Akbar”,“Takbir”, “le spade sono poste sulle loro gole”… hanno violato le cose più sacre e l’onore stesso, hanno commesso atti impuri, uccisioni e tutte le peggiori azioni, proibite ad ogni essere umano, specialmente se commesse in “nome di Dio”, facendo così che le Parole di Gesù, contenute nel Vangelo di Giovanni, siano applicabili a loro: «Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio» (Gv 16, 1-2). Tutto ciò per noi è un certificato di onore, di culto e di fede: «Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza» (Lc 21, 10-13).

Vi diranno che hanno perso tutto, che non gli è rimasto niente in questa vita, ma continuerete a sentire le loro preghiere: “Lode e grazie a Dio, finché Dio è con noi non abbiamo bisogno di altro, Dio ci protegge e ci guida, solo Dio soddisfa i nostri bisogni”; renderanno grazie a Dio, per la grazia della vita, per la salvezza dei loro corpi e delle loro anime, fiduciosi nelle sue promesse, le promesse fatte da Dio ai suoi figli: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». (Gv 18, 9). E Dio non li abbandonerà, perche la sua misericordia è eterna. A loro Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia … Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia»  (Gv 16, 20-21).

Questa è la nostra condizione: dolore, sofferenza, spargimento di sangue, fede, gioia, speranza e poi risurrezione, felicità nella gaiezza della risurrezionee della promessa salvezza eterna, perché essa è la gioia eterna che non conosce limiti. Questa è la nostra fede nel Dio che é nell’alto dei cieli. Lo invochiamo e lo riconosciamo, insieme al figlio di Damasco, San Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: per causa tua siamo messi a morte tutti i giorni, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a Colui che ci ha amati; io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura, potranno mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rom 8, 35-39).

Ora, per quello che riguarda la mia parrocchia, i miei familiari, fratelli e amici, coloro che sono stati costretti a lasciare la loro città, Harasta, è un’altra storia: distrutte e fatte esplodere le loro case e chiese; sono diventati sfollati, costretti a spostarsi e vivere nella città adiacente, ad Adra Al-Ummalieh (la città dei lavoratori). Lì hanno vissuto in pace e sicurezza, hanno celebrato il matrimonio dei propri figli e hanno accarezzato i propri nipoti … sino alla venuta dei giorni oscuri, quando uomini armati si sono infiltrati nella loro nuova città, li hanno cacciati dalle loro case … li hanno minacciati … hanno sequestrato i loro figli per costringerli a lavorare al loro servizio, hanno strappato e disperso i membri della propria famiglia, i quali non si erano mai dispersi prima di tale data, con gli anziani padri inabilitati dalle malattie, e le madri, che amavano i propri figli, che li avevano cresciuti, accompagnati, dando loro i propri cuori, ora avevano quei cuori straziati da un dolore indicibile, con i fratelli e le sorelle, che vivevano tutti insieme e che non si erano mai dispersi, ora erano alla mercé di uomini armati senza cuore, che li trattavano peggio che bestie.

Nonni e zii, rinchiusi insieme alla nipotina che non ha compiuto ancora il secondo anno, in una cella sotterranea buia e fredda, rinchiusi insieme ai vicini di casa, agli amici, soffrendo il freddo, la fame, la paura e l’abbandono, mentre i figli erano stati trascinati a servire e lavorare, come schiavi, per scavare tunnel e nascondigli … Passano quindi i giorni, venti giorni, prima che questi cittadini civili detenuti trovino una via di scampo per uscire e fuggire, a dispetto di tutti i pericoli che li circondavano: scapparono la zia e la nipote, ma i genitori si rifiutarono, sinché non si fossero ricongiunti con i figli rapiti, dei quali loro non sapevano nulla.

Passano altri giorni senza alcuna notizia dei loro figli, mentre la situazione peggiora, diventando ancora più pericolosa, e allora i genitori decisero di uscire fuori dalla città: sino ad oggi sono passati ben quattro mesi, e con nostalgia e ansia aspettano il ritorno dei propri figli, nelle braccia della loro famiglia … li aspettano con forza e fede, con le preghiere, vivendo e sperando nella Grazia Divina, e la loro fede non è mai scossa, le loro preghiere non si sono mai interrotte. Così come li ho conosciuti prima della tragedia, così sono ancora oggi, anzi, posso dire con fede più forte di prima e con preghiere più profonde, con grande fiducia che Dio sia presente con loro e con i propri figli, fermamente convinti che il dolore attualmente vissuto è un dono e un’ipoteca per la prossima eredità celeste, e così vivono con una grande e realistica speranza, come disse San Paolo: «Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui» (Fil 1, 29).

Dico alla mia amata, preziosa e credente famiglia, e tramite essa a tutte le mie famiglie, ai miei figli e ai miei fratelli: Non abbiate paura, i vostri cuori non siano turbati e non fatevi prendere dal panico! Il Signore è con voi, pertanto anche voi siate sempre con Lui, perché quando c’è Dio non c’è posto per la paura, perché Dio ci dice:«Io non ti lascerò e non ti deluderò”, e allora possiamo dire fiduciosi: “Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mai potrà farmi l’uomo?»(Ebrei 13, 5-6). Pazientate e pregate, sostituite il male con maggiore pazienza, saggezza e amore, pregate per tutti gli uomini, senza eccezione, perché tutti deviano e diventono corrotti… tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio… Vivete d’ora in avanti sotto l’egida di Dio, così fa il vero cristiano, colui che non pensa alla paura e all’ansia , e crede che d’ora in avanti lui vive nella presenza di Dio… Dio è sempre presente, sempre con noi… “Quindi non abbiate paura – ci dice il nostro Signore Gesù Cristo – i vostri cuori non siano turbati”… La vita, come sapete, ci mette alla prova con le cose belle e con le cose brutte, con i dolori e le difficoltà, e voi dovete affrontarla confidando nel solo Dio Onnipotente, «e nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto» (Lc 21, 18-19). Voi e la vostra vita siete nelle mani di Dio misericordioso, e chi è nelle mani di Dio, non deve temere! Non temere, piccolo gregge!

Concludo con le parole di San Paolo Apostolo: «Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa presentiamoci come ministri di Dio, con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!» (2 Cor 6, 1-10). Nel nome del Messia, Gesù Cristo Nostro Signore Redentore e Salvatore, garanzia della nostra salvezza e resurrezione, Amen.

Pace! Concedi al mondo la Tua pace!

E la Madonna della Pace, patrona della città, conceda la pace ai nostri cuori!

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