’68 E RADICALI

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Un libro da non perdere

“…La libertà è amore. E’ rispetto per la vita, dal suo concepimento alla sua fine naturale. E’ responsabilità. Non è e non può essere contrabbandata e confusa con il libertarismo, evoluzione di quella cultura del ’68 nella quale affondano le radici delle idee radicali. La componente radicale del ’68, rimasta poco indagata, attraverso un uso spregiudicato e sofisticato dei mezzi d’informazione e comunicazione, ha assecondato e cavalcato, in senso cosiddetto libertario, i desideri, le convenienze, gli istinti della società di quegli anni. Ha contribuito in maniera determinante, con l’introduzione del divorzio, alla distruzione dell’istituto familiare e alla crisi educativa, di cui si vedono ancor oggi i risultati e, con la legislazione sull’aborto, a risolvere il tema della vita in una questione tecnica, consentendo le più diverse e contraddittorie manipolazioni. La famiglia fu il bersaglio delle rivendicazioni più estremiste.”

(Tratto dal libro di Danilo Quinto: “Da servo di Pannella a figlio libero di Dio. Attraverso la più formidabile macchina mangiasoldi della partitocrazia italiana per arrivare a Cristo“, pagg. 204, Ed. Fede & Cultura, Verona, giugno 2012)

1 commento

  1. I Radicali non possono parlare di libertà, perchè la considerano solo in rapporto a sè stessa e non ad un concetto di Verità Assoluta, che ne delimita gli essenziali confini.
    Purtoppo crescono e si moltiplicano nel panorama politico, perchè a destra fanno leva sulla libertà economica, a sinistra sul libertinaggio individuale.
    Non è da escludere che si infiltrino presto fra i grillini..
    D.Taglieri

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