LA CRISI DEL DONO. LA NASCITA E IL NO ALLA VITA (recensione a cura di David Taglieri)

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Sconfiggere la legalizzazione dell’aborto, l’uccisione dei bambini innocenti, in un momento in cui ci si riempie la bocca di diritti umani e di lotta alla pena di morte…

Norberto Bobbio, non certo un reazionario, sosteneva – da uomo di sinistra – che si sarebbe schierato a favore del bambino, perché fra lui e la madre, il più debole era proprio il primo. Oriana Fallaci in Lettera ad un Bambino mai nato affrontava la sofferenza dal punto di vista di una mancata mamma, pentita, con il dolore per non aver vissuto i momenti più belli per l’essere femminile: portare in grembo un mondo che si fa miracolo alla nascita.

Un saggio di grande spessore che ci sentiamo di consigliare su questo filone è  “La Crisi del Dono. La nascita e il no alla vita”, di Claudio Risé (Edizioni San Paolo, 2009).

Il leit motiv parte da una precedente opera dedicata al Padre e all’Uomo, colui che “ferisce” – metaforicamente – il Figlio, pur di insegnargli la strada della vita.

Padre oramai emarginato a livello di ruolo, in senso di responsabilità e autorità: Risé insegna a rifiutare la tendenza regressiva e onnipotente alla conservazione dell’esistente, accettando invece la Vita, che in qualsiasi forma si presenti è Benedizione.

Cancellare egoismi e connessi egocentrismi frutto di narcisismo, procreare in maniera consapevole, seguendo le profondità del cuore e le curvature della mente; rinunciare al piacere imminente per dare la Vita, preparare il percorso alla nuova Vita, laddove il Padre è giudizio, rigore, sguardo severo ma benefico, e la madre è cuore, cervello ed accoglienza.

Nelle decisioni legate all’aborto il Padre resta sempre più ai margini. Non mancano i casi di giovani padri che sarebbero disposti a mantenere da soli i figli.  E’ vero che la fatica maggiore la porta in grembo la donna – non c’è dubbio – chiarisce Risé, ma i figli si fanno in due.

Nascita è Rinascita, rinnovamento del mondo, reale progresso, gerarchia fra Padre, padre terreno, madre accoglienza e futuro bambino: in mezzo Istituzioni e Società che vogliono cancellare le dinamiche profonde dell’essere Famiglia.

Anche la secolarizzazione dei costumi, la globalità di un Mercato pubblicitario che addirittura consiglia di non procreare (una pubblicità americana di fronte alle grida, urla, capricci e atti di rabbia di un bambino consiglia al padre ammutolito di utilizzare una gamma di condom) ed il relativismo borghese e laicista desacralizzano la vita e la rendono oggetto di scambio.

Cancellato il senso della Morte, la Vita è diventata temporaneo piacere.

Gli antidoti? Questo saggio di Risé ne dà tanti, con piglio di saggezza ed un linguaggio facile, anche per i non addetti ai lavori.

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