A TEATRO CON “LA DODICESIMA NOTTE” DI SHAKESPEARE (di David Taglieri)

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zzzzzzzÈ stata una vera emozione accettare la sfida della rappresentazione shakespeariana in un momento rilassato quale quello estivo. Giugno 2013: una compagnia molto eterogenea sposa la proposta di Magma Lab, del direttore artistico Teo Bellia e del regista Gennaro Monti di studiare un testo di Shakespeare, “La dodicesima notte”, e di portarlo sul palco a ottobre, al teatro Testaccio di Roma nei giorni 16 e 17.

Grazie agli insegnanti e ad una squadra stupenda che si è subito coesa, lavorando come un vero gruppo,  unito e appassionato,  è cresciuto giorno dopo giorno l’entusiasmo per l’opera, in grado di conciliare in maniera armoniosa elementi antichi e moderni, senza esagerazioni o volgarità, ma con un piglio di attenzione alla vita di tutti i giorni.

È emersa bene la volontà di mettere al centro la cultura con tutta la bellezza che essa porta con sé; così come sono stati messi in risalto aspetti drammatici e comici allo stesso tempo, laddove le due caratteristiche convivono nel teatro shakespeariano (il comico nel drammatico ed il drammatico nel comico).

Per alcuni c’era già l’esperienza alle spalle, per altri era la prima volta; nonostante le differenze i componenti la compagnia si sono aiutati e si sono mostrati molto disponibili l’uno verso l’altro, creando un calore indimenticabile sia nei giorni delle prove, sia durante le serate nelle quali si andava in scena (bisogna provare cosa c’è nei camerini, descriverlo è quasi impossibile…).

C’era la giusta tensione ma anche tanta solarità e convinzione nello scopo del progetto, ovvero donare una serata di bellezza al pubblico, restituire speranza e riflessione alla gente che va a teatro per pensare e divertirsi, contagiarci l’uno con l’altro attraverso la formula dell’ottimismo del Teatro, il teatro che ti può elevare, il teatro che per un momento ferma spazio e tempo, e restituisce dignità a pensieri ed azioni.

Gli insegnanti hanno motivato il gruppo sul fascino del testo, analizzandone i particolari e contestualizzandolo ieri ed oggi.

Attenzione ai gesti, alle parole ed ai movimenti, con tutte le atmosfere del coro e con la voce di Shakespeare che ha viaggiato fra i personaggi ed è arrivata anche lì oltre al palco, al pubblico.

Un’intenzione interessante è lo spostamento delle azioni e dei pensieri dal personaggio alla persona; le persone che interagiscono con i personaggi e  con i loro mille modi di essere, scherzando sui difetti ma in maniera delicata, e soffermandosi sull’interiorità e sulla profondità dell’uomo e della donna, con un bagaglio di storia, esperienze, vissuti e aspirazioni. Ed è lì che si conciliano i ruoli assegnati nell’opera e quella unicità ed irripetibilità dell’esperienza umana.

La rappresentazione  ha arricchito molto il gruppo e tutto lo staff, perché la sfida era nel breve periodo ed è stata accolta con entusiasmo e volontà di proporre qualcosa di nuovo, con canoni di passato e di memoria sempre attuali.

Oltretutto l’adrenalina di ‘entrare’ in un’opera di Shakespeare è andata di pari passo con l’umiltà di tutti di apprendere  e con la consapevolezza di avere per due serate una bella responsabilità: il linguaggio della poesia che incontra i vissuti di ognuno.

Con l’opportunità di staccare un attimo la spina dalla società rimbombante dei telefonini e della tecnologia, che serve ma invade troppo spesso la vita di tutti, e da mezzo talvolta diventa un fine.

Scenografie molto suggestive hanno accompagnato momenti di allegria e attimi di analisi interiore, che difficilmente sfuggono alla mente di chi era lì, sia sul palco che in platea.

Denuncia e poesia di pari passo ed in mezzo una compagnia piena di sogni e realtà. A grande richiesta lo spettacolo avrà una replica – sempre a Roma al Testaccio – il  30 ottobre 2013.

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