CINA E BIRMANIA: IL CATACLISMA DEI DIRITTI UMANI NEGATI (L’Ora del Salento, 31 maggio 2008, pag.11)

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cina01g.jpg LE INTERVISTE DELL’OSSERVATORIO

(a cura di Roberto Cavallo)

Dopo i giorni in cui il tifone in Birmania e il terremoto in Cina hanno messo in luce la potenza distruttiva della natura, ma anche le inadempienze degli uomini e dei governi nel ridurre i rischi derivanti dalle carastrofi naturali, è opportuno che la solidarietà si manifesti non solo con gli indispensabili aiuti materiali, ma anche con uno sguardo di verità per chi è politicamente oppresso.

Parliamo del rispetto dei fondamentali diritti umani e civili in Cina e nel Sud-Est asiatico con l’Avv. Giuseppe Napoli, Presidente dell’Associazione Radicale di Lecce “Diritto e Libertà”.

D. Avvocato, dinanzi alle dimensioni della catastrofe birmana, secondo Lei ha qualche significato sindacare sulla provenienza degli aiuti, così come ha fatto la giunta militare ?

R. Trattandosi di una dittatura non mi meraviglio dell’ atteggiamento della giunta birmana. E’ tipico dei dittatori diffidare di ciò che può sfuggire al loro controllo.

D. Che rapporti ci sono fra la C ina e i Generali che comandano in Birmania ?

R. Mi pare evidente che la Birmania sia sostanzialmente sotto tutela cinese.

D. Dall’inizio della repressione in Tibet, ritiene che qualcosa sia cambiato ? Quale è in Cina la condizione degli attivisti per i diritti civili arrestati nei mesi scorsi ?

R. Il problema “diritti umani” dei tibetani è strettamente connesso a quello dei cinesi, ma anche a quello degli abitanti del Turkestan orientale e della Mongolia interna. La situazione in Cina di chi combatte per la libertà è assai difficile, in quanto la repressione continua. Secondo me è però sbagliato l’atteggiamento di chi vuole boicottare le Olimpiadi. Vorrei solo dire che il clamore su quello che avviene in Cina non avrebbe i primi titoli sulla stampa e nelle TV, se le Olimpiadi di Pechino non fossero sull’agenda internazionale.

D. Vietnam: è un Paese di cui non si parla più. Radio Radicale però ne parla, e le informazioni che giungono non sono tanto incoraggianti quanto al rispetto dei diritti umani anche in quel Paese …

R. I radicali sono da sempre in prima linea nella denuncia della repressione in Vietnam, che colpisce tanto i buddisti quanto le altre confessioni religiose, fra cui i cristiani montagnards, ch e vivono n egli altopiani centrali vietnamiti e verso i quali si assiste in questi giorni ad una recrudescenza di arresti e di torture.

D. Quali sono le iniziative in corso dei radicali transnazionali per il Tibet e il Sud-est asiatico?

R. Il Partito radicale transnazionale (Prt) si muove su differenti livelli. Sul piano nazionale è in atto la campagna dell’associazione di Comuni, Province e Regioni per il Tibet; su quello europeo è stata organizzata nei giorni scorsi la visita, al parlamento di Strasburgo, di Karma Chopel, presidente del Parlamento tibetano in esilio.

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