CINA E RUSSIA AGGRESSIVE (INSIEME) NEL PACIFICO

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Riprendiamo dal FOGLIO del 07/06/2023, a pag.4, con il titolo “La Cina (con la Russia) sempre più aggressiva nel Pacifico” un ampio stralcio dell’analisi di Giulia Pompili:  “Ieri i jet giapponesi e sudcoreani si sono alzati in volo in due diversi scramble – cioè il decollo d’emergenza di un caccia per l’intercettazione di una potenziale minaccia aerea – quando aerei da guerra russi e cinesi sono entrati, senza autorizzazione, all’interno delle Zone di identificazione aerea di Giappone e Corea del sud, cioè in quelle aree controllate dalle rispettive Difese aeree.

Russia e Cina hanno annunciato ieri l’inizio del “sesto pattugliamento aereo strategico congiunto” nelle acque tra il Mar del Giappone e il Mar cinese orientale, nell’ambito della sempre più forte cooperazione tra Mosca e Pechino a livello militare.

E’ la sesta volta sin dal 2019 che Russia e Cina conducono pattugliamenti congiunti nell’area. Nelle stesse ore, sui suoi canali Telegram, la Difesa russa ha annunciato l’inizio delle esercitazioni operative nelle acque del Mar del Giappone e del Mare di Okhotsk, a nord dell’isola di Hokkaido, la più settentrionale dell’arcipelago giapponese, che dureranno fino al prossimo 20 giugno: saranno coinvolte “più di 60 navi da guerra e di supporto, circa 35 aerei dell’aviazione navale, truppe costiere e più di 11.000 militari”.

Lo sforzo di addestramento bellico nell’area asiatica della coalizione russo-cinese arriva in un momento di alta tensione militare. Il 31 maggio scorso, sui cieli del Mar cinese meridionale (un’altra zona del mondo rivendicata pressoché interamente dalla Repubblica popolare cinese) un caccia cinese J-16 si è avvicinato in modo molto pericoloso a un aereo da ricognizione americano dopo averlo intercettato. Sabato scorso, un cacciatorpediniere cinese ha tagliato la rotta della Uss Chung-Hoon, che stava conducendo un’esercitazione con la Marina canadese nello Stretto di Taiwan.

Le manovre militari cinesi, secondo il Pentagono, sono sempre più aggressive e mirano ad aumentare il fattore di rischio di un’escalation, in un momento in cui il dialogo diretto tra la Difesa di Pechino e quella di Washington è azzerato per volontà di Pechino. La sicurezza nell’area del Pacifico, al G7 e in tutte le riunioni sovranazionali dell’alleanza occidentale, viene sempre più spesso legata a quella dell’Ucraina, dell’Europa, e alla volontà della partnership tra Cina e Russia di guadagnare potere d’influenza grazie alla destabilizzazione globale. E’ anche per questo che sul tavolo del prossimo Summit della Nato, in programma l’11 e 12 luglio in Lituania, c’è anche l’apertura di un ufficio di rappresentanza Nato in Giappone – uno dei Nato Plus 5, i cinque paesi partner dell’Alleanza atlantica – il primo nell’area dell’Indo-Pacifico. Questa possibilità è stata accolta da Pechino come una “provocazione” e, di fatto, un “allargamento alla Nato asiatica” – anche se l’Alleanza ha in realtà diversi uffici di rappresentanza che svolgono per lo più funzioni diplomatiche. (…).”.