CRISTIANITA’: ALLE RADICI DELLA DIVISIONE

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Questa settimana per i Cristiani è una di quelle che “contano”: è la settimana in cui le Chiese si fermano a pregare per la loro unità, secondo l’auspicio del Maestro: “…perché siano una cosa sola”.

La prima grande divisione della cristianità si verificò nel 1054 e si materializzò nei decenni successivi, separando Latini e Bizantini, cattolici ed ortodossi.

In realtà i tentativi di riconciliazione cominciarono fin da subito e non sono una novità degli ultimi anni.

I primi ortodossi a unirsi con Roma (da cui il termine dispregiativo di “uniati”) furono quelli presenti nelle diocesi dell’Ucraina orientale, con a capo la metropoli di Kiev, al sinodo di Brest del 1596; poi vennero i ruteni trans-carpatici (Ucraina occidentale) con l’unione di Uzhorod del 1652; infin e fu la volta d ei romeni di Transilvania ai due sinodi di Alba Iulia del 1698 e del 1700.

E’ vero che si trattò di unioni parziali e non unanimemente condivise; tuttavia assunsero, come base dogmatica e disciplinare, il decreto che al Concilio di Firenze (1438-39) aveva sanzionato l’unione totale con tutta la Chiesa ortodossa. Anche se quell’unione con l’intera ortodossia ebbe breve vita, costituì comunque un precedente di straordinaria importanza e gli uniati conservarono la liturgia e le loro tradizioni orientali.

Così i vescovi ortodossi che entrarono in comunione con Roma, in varie occasioni successive al Concilio di Firenze, non si ritennero mai dei traditori dell’ortodossia, ma si sentirono i naturali successori di quei vescovi orientali che a Firenze avevano – con convinzione – sottoscritto l’unione, rimanendovi fedeli per sempre.   

Una seconda tragica divisione maturò agli inizi del XVI secolo ad opera del monaco agostiniano Martin Lutero. La teologia di Lutero si prestò ai principi tedeschi e scandinavi per rivoluzionare gli assetti sociali e politici del tempo. In particolare il protestantesimo costituì il presupposto per la nascita del nazionalismo tedesco (per consiglio di Lutero il Gran Maestro dei cavalieri teutonici secolarizzò le proprietà del suo Ordine e si fece Duca ereditario di Prussia).

Ben presto, però, il luteranesimo si divise al suo interno, tanto che le guerre di religione in Germania videro contrapporsi non solo cattolici e protestanti ma anche protestanti contro protestanti.

Sembra – allora – che il rifiuto di riconoscere il primato romano dei successori di San Pietro sia stato foriero nel tempo di nuove e talora più aspre divisioni (come già nel campo ortodosso, a sua volta organizzato in diverse Chiese “autocefale”, spesso in dura competizione tra loro).

Oggi, in un mutato contesto culturale e sociale, la preghiera ecumenica tende a ricomporre quelle antiche divisioni, privilegiando “ciò che unisce”.

E forse nulla come le attuali comuni persecuzioni, cruente ed incruente, possono e devono unire i Cristiani di tutte le latitudini e di tutte le denominazioni. 

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