DA DESTRA A SINISTRA: GLI INCONSAPEVOLI COLLABORATORI DI PUTIN

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Per molti commentatori di casa nostra le responsabilità di quello che sta accadendo in Ucraina sarebbero unicamente della NATO, dell’U.E. e del Presidente Zelensky. Ah, già: dimenticavamo anche le “bande” di nazionalisti ucraini.

L’appartenenza politica di tali commentatori è abbastanza trasversale: si va dai vetero-comunisti dell’estrema sinistra a frange di una certa destra pervicacemente anti-americana, passando per il centro dove – come ha fatto il quotidiano “Avvenire” – si bada soprattutto ad indagare e mettere sotto la lente di ingrandimento se i Polacchi facciano passare o meno dalle loro frontiere qualche africano in fuga dall’Ucraina…

Oggi – a tutti i livelli – non è facile districarsi fra i partigiani di Putin e chi invece denuncia con forza la violazione del diritto (non solo internazionale) da parte dei Russi in Ucraina. Così c’è anche chi, con dotte citazioni tratte dalla Dottrina Sociale della Chiesa, riesce addirittura a qualificare “giusta” la guerra di aggressione condotta da Putin.

Ma la volontà del popolo ucraino, che chiede di aderire all’U.E., non dovrebbe valere niente? E non è solo questione del suo Presidente. Le libere elezioni ucraine, che hanno premiato chi sostiene l’ingresso nell’U.E., valgono forse meno delle NON elezioni russe?

Quale accerchiamento? La Russia confina con 18 Stati, la maggior parte dei quali non fa parte della Nato. 

Perché l’Occidente dovrebbe “coccolare” all’infinito un “Presidente a vita”, dichiaratamente nostalgico dell’URSS?

Perché dare – a priori – credito alla buona fede di Putin, visti i suoi funesti trascorsi ai massimi vertici del KGB?

Come non accorgersi – nelle parete militari e sugli edifici pubblici russi – della presenza della simbologia comunista (stella rossa, falci e martello, statue di Lenin ecc.) affianco a quella tradizionale russa?

Non è forse il PCC (Partito Comunista cinese) l’alleato di ferro su cui Putin poggia le proprie certezze?

Perché non prendere esempio da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubbliche baltiche, che, se pur spesso non entusiaste delle politiche occidentali, certamente non hanno dubbi sul “da che parte stare”, e non esitano a chiedere la protezione Nato ed U.E. rispetto alla minaccia, costante, che da tempo vivono sulla loro pelle?

Come fare a credere alla buona fede di Putin, visti i precedenti in Georgia (2008) e nella stessa Ucraina (2014): nel primo caso si impadronì di Ossezia del Sud e Abcasia; nel secondo della Crimea. E tutto questo senza che la NATO abbia mai mosso un dito…: quale “minaccia” ha dunque costituito finora la NATO o l’U.E.?

Quale pericolo rappresentano in queste ore, visto che la NATO si è ben defilata?

Può davvero la presenza degli eventuali missili NATO in territorio ucraino costituire una minaccia, in un mondo in cui i missili intercontinentali – comunque – hanno la capacità di colpire da una parte all’altra del globo?

Non è forse proprio questa, invece, la propaganda di Putin e dei suoi collaboratori, nostalgici dell’U.R.S.S. (quelli di sinistra) e di una spiritualità russa (quelli di destra) ipocritamente incarnata dal consueto cesare-papismo dei vertici ortodossi? 

Papa Francesco domenica scorsa all’Angelus in Piazza San Pietro ha smontato la prima delle tante bugie di Vladimir Putin: non è un’operazione speciale, ma una guerra.

 

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