I MARTIRI DEL XX SECOLO (Il Corriere del Sud, n°2/2003)

1091

russia.jpg Sul retro della copertina, in poche righe, il dramma viene inquadrato con chiarezza: “Il ventesimo è il secolo con il maggior numero di martiri cristiani (oltre 45 milioni), ma è anche il periodo in cui si è cercato di ignorare (o addirittura occultare) il più possibile l’ esperienza del martirio.

Il fiume di sangue cristiano che bagna tutto il secolo trascorso trova nei libri di storia e nei mass media solo qualche cenno o scarno ricordo.

Il volume di Royal (apparso in inglese nel 2000) è stato il primo a colmare la lacuna e rendere giustizia a questa schiera di cristiani vittime di ideologie atee. Scritto con stile avvincente presenta per ogni momento storico e area geografica una figura significativa, simbolo di innumerevoli militi ignoti della grande causa di Dio (Giovanni Paolo II).”
Dopo la lettura del libro di Robert Royal – I Martiri del ventesimo secolo, Ancora Editrice, Milano, 2002, Euro 30,00 – si può verificare in prima persona questa triste verità: anche persone laureate, e quindi con un discreto livello culturale, ritengono che il martirio sia “roba” degli albori del cristianesimo, quando i seguaci di Gesù si facevano ammazzare nei circhi dalle belve piuttosto che adorare l’imperatore di turno. Così invece certamente non è.
Da un certo punto di vista il martirio, o quanto meno la sua possibilità, è una costante che si accompagna alla vita dei Cristiani e della Chiesa. Trovano d’altronde conferma le parole di Gesù (Gv.15,20), che così chiariva ai suoi discepoli: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”; e ciò, d’altronde, non doveva turbarli più di tanto, perchè non bisogna aver paura di chi ha il potere di uccidere il corpo, ma nulla può contro l’anima. Ecco allora il martirio, che in ogni secolo ha accompagnato la vita dei cristiani. Quale dunque la novità? La novità è l’entità delle proporzioni (in termini assoluti il più alto tributo di martiri di tutti i tempi!) e, di conseguenza, la spettacolare abilità dei mass media a far passare sotto silenzio questo fiume di sangue sparso unicamente per dare testimonianza a Cristo Signore.

Tale opera di disinformazione è così ben riuscita che, come ricordavo prima, parlare di “martiri cristiani” per i più significa riandare ai primordi del Cristianesimo.

Ben vengano allora le pubblicazioni come quella di Royal, i cui racconti coprono 4 continenti su 5 (manca solo l’Australia, unico continente non toccato dall’indagine!) e si snodano attraverso tutti i decenni di questo terribile ventesimo secolo. Non a caso Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae ne ha parlato come del secolo che sarà ricordato quale ” epoca di attacchi massicci contro la vita, un’interminabile serie di guerre e un massacro permanente di vite umane innocenti”. E’ stato infatti il secolo nel quale dottrine e ideologie costruite a tavolino (positivismo massonico, socialismo, comunismo, nazismo) sono poi state concretizzate in disumane istituzioni statali, con tanto di apparati repressivi. Senza dimenticare la mai sopita violenza islamica, che dal comparire di Maometto sulla scena di questa mondo, ha spesso comportato per la Chiesa e per i suoi uomini un pesante tributo di sangue.
Quasi sempre l’irrogazione della pena capitale si è accompagnata alla tortura, e qui la fantasia umana dimostra di possedere risorse tanto perverse quanto illimitate.

Emblematica, fra le tante, è la morte per crocifissione, comminata ai Cattolici nei campi di sterminio nazisti di Buchenwald e di Neue Bremm; dai comunisti nel corso della guerra civile spagnola; e, più di recente, dai Musulmani nel Sudan.


Il XX° secolo non solo ha abbondato in orrori ed ingiustizie, ma ha lasciato il suo oscuro testimone al secolo XXI°, che ha già visto scorrere il sangue dei nuovi martiri cristiani.

Sarebbe quindi davvero auspicabile la più ampia diffusione di questo prezioso libro, per squarciare il vergognoso muro di silenzio che grava sull’argomento.
Se poi un appunto proprio si vuol muovere al testo, esso dovrà riguardare le argomentazioni politico-sociologiche che fanno da cornice all’assassinio di Mons. Romero, Arcivescovo di San Salvador.

L’Autore, infatti, non trascura di puntare il dito sulle violenze delle forze filo-governative che agli inizi degli anni ’80 contrastarono la guerriglia comunista, rifornita dai cubani, esaltata dalla stampa internazionale, sostenuta dalla Iglesia Popular e dalla teologia della liberazione.

Ciò che non è completamente condivisibile, o che quanto meno lascia spazio al dubbio, è l’opportunità di mettere quasi sullo stesso piano le opposte fazioni.

Ed infatti mentre il comunismo si è dovunque dimostrato istituzionalmente repressivo delle libertà individuali, e prima fra tutte di quella religiosa, i regimi latino-americani che ad esso si sono opposti, pur macchiandosi di crimini talora raccapriccianti, hanno perseguitato non la Chiesa in quanto tale ma singoli personaggi di essa, ritenuti, a torto o a ragione, direttamente coinvolti in attività sovversive. Una differenza, fra gli uni e gli altri, che trova puntuale riscontro nel numero, assolutamente non confrontabile, delle vittime (milioni e milioni) fatte dal comunismo e di quelle (relativamente poche) attribuibili agli anticomunisti.

Roberto Cavallo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui