IL BEATO CARLO I D’ASBURGO: UOMO DI GOVERNO E SANTO DEL NOSTRO TEMPO

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di Vincenzo PITOTTI

Il Magistero della Chiesa non ha mai cessato di ricordare a tutti i cattolici quanto sia indispensabile e urgente la coerenza tra fede e impegno politico e proprio di recente il Papa Benedetto XVI durante l’omelia pronunciata a Cagliari sul sagrato del santuario di Nostra Signora di Bonaria, lo scorso 7 settembre, ha detto che (…) “il mondo della politica necessita di una nuova generazione di cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”.

La Chiesa venera tra i suoi Santi numerosi uomini e donne che hanno servito Dio mediante il loro generoso impegno nelle attività politiche e di governo. Tra di essi vi è anzitutto S. Tommaso Moro, proclamato Patrono di governanti e politici, e la figura del Beato Carlo I° d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria e Re d’Ungheria, elevato agli onori degli altari il 3 ottobre del 2004 dal compianto Pontefice Giovanni Paolo II.

Carlo nacque il 17 agosto 1887 nel Castello di Persenbeug, nella regione dell’Austria Inferiore, dall’arciduca Otto Franz Josef (1865-1906) e dalla principessa Maria Giuseppina di Sa ssonia-Wettin (1867-1944), dalla quale ricevette un’ educazione prettamente cattolica. Il 21 ottobre 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma (1892-1989), dalla quale ebbe otto figli.

Alla morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916), suo prozio, Carlo ascese al trono imperiale all’età di ventinove anni e nel dicembre 1916 fu incoronato a Budapest re apostolico d’Ungheria con la corona di S. Stefano. Regnò du e soli anni, durant e il sanguinoso e terribile periodo della Prima Guerra Mondiale.

Da uomo di pace qual era, cercò in diversi modi di porre fine al conflitto, definito dal Papa Benedetto XV inutile strage e suicidio dell’Europa civile. In politica interna pose mano ad un’ampia ed esemplare legislazione sociale ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa e cercò di riorganizzare l’ impero secondo un modello federalista. Durante gli ultimi mesi di guerra, di fronte alle sempre più drammatiche difficoltà di approvvigionamento, il Beato Carlo si prodigò in tutti i modi per alleviare le sofferenze del suo popolo; in particolare organizzò cucine da campo, impiegò i cavalli di guerra per il rifornimento del carbone a Vienna, combattè senza mezzi termini corruzione e usura, donando ed elargendo più di quanto gli permettevano i suoi mezzi.

Anche la sua famiglia visse in base alle razioni di guerra consentite. Marito esemplare, premuroso padre di otto figli, valoroso Ufficiale dell’Esercito, ma soprattutto esempio concreto di come si possano trasfondere i principi cristiani in ogni azione della propria vita, anche in campo politico, il Beato Carlo si battè per la giustizia e l’armonia tra i popoli ed è per questo che viene proposto soprattutto oggi come modello da imitare.

Giovanni Paolo II, nell’omelia tenuta durante la concelebrazione eucaristica per la beatificazione, disse: “Fin dall’inizio, l’Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”

I numerosi fatti ed episodi della sua vita, sono stati raccolti nei due volumi della Positio super virtutibus da cui si deduce che sulla via della santità non è stato ostacolato dal ruolo pubblico che ricopriva, anzi si è santificato proprio perché svolse bene il gravoso e difficile compito di imperatore. All’Occidente e in particolare all’Europa di oggi, in profonda crisi di identità per aver reciso le radici cristiane sulle quali è stata fondata, Santa Romana Chiesa propone il Beato Carlo quale autentico operatore di pace, fulgido esempio di uomo politico che cercò in ogni modo di trasfondere con ammirabile coerenza i principi cristiani nelle leggi e nelle decisioni politiche.

Dopo una serie di vicissitudini e di continui scontri con l’intransigenza degli ambienti politici laicisti di quel tempo e in particolare con la Massoneria, che già prima della guerra avevano deciso l’annientamento della monarchia austro-ungarica, il Beato Carlo calunniato, tradito, sconfitto e ridotto in povertà fu esiliato insieme alla sua famiglia, dapprima in Svizzera e in seguito nell’isola atlantica di Madera (Portogallo) e precisamente nella città di Funchal.

La casa ove alloggiò la famiglia imperiale era situata in un ambiente molto umido e malsano, a tal punto che si ammalarono dapprima i figlioli e poi lo stesso Imperatore, il quale si spense dopo molte sofferenze stroncato da una polmonite il 1° aprile 1922, a soli trentaquattro anni, tra le braccia della moglie, l’Imperatrice Zita di Borbone-Parma, e adorando il Santissimo Sacramento.

Vincenzo PITOTTI

 

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