IL BEATO GIOVANNI XXIII

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giovanni-xxiii.bmp Ang el o Giuseppe Roncalli nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, un paesino in provincia di Bergamo che sorge fra le prime alture delle Prealpi.

Quarto di 14 figli, nella cascina di campagna dove vide la luce vivevano in trenta persone, in un tempo in cui l’ordinata convivenza fra generazioni non era considerata come un rischio impossibile. Un fertile terreno di circa 5 ettari bastava a sfamare tutte quelle bocche. Negli appunti autobiografici del futuro pontefice si legge: “…Erano 30 le bocche da saziare tre volte al giorno. Ma a tutte provvedeva il buon Dio: provvedevano i campi ben lavorati a cereali e a vigna; provvedevano gli animali nella stalla, col latte e con i suoi prodotti; provvedeva il timor di Dio che manteneva l’ordine, la serenità di una vita collettiva impegnata al buon lavoro, al bene operare, con mutuo e vicendevole rispetto, e con non mai turbata pace domestica e cristiana. Alla sera, e tutte le sere, era lui, il vecchio zio Zaverio, il capo di casa, che intonava il rosario, e tutti rispondevano…”.
Altri tempi, senza dubbio. Ma i buoni frutti non vengono fuori così, a casaccio: hanno bisogno di un buon terreno lavorato, e per Angelo Roncalli il buon terreno fu quella sua iniziale formazione cristiana e contadina.
Nella sua vita ricca di esperienze e impreziosita dagli studi teologici, il ritorno a quelle umili origini fu sempre determinante per la sua capacità di abbandono alla Divina Provvidenza. Dalla pazienza e dal realismo della gente di campagna imparò a vivere alla giornata, proponendosi di non intervenire mai sui propri superiori per variare, in un senso o nell’ altro, il corso della sua vita e del suo impegno pastorale, tanto nelle piccole quanto nelle grandi cose.
Anche nell’attività episcopale il suo motto fu sempre “Oboedientia et Pax”.
Così lo ritroviamo prima segretario del suo Vescovo a Bergamo, poi cappellano militare, quindi pubblicista e direttore della Casa dello Studente, nonchè insegnante in seminario; poi assistente spirituale delle donne di Azione Cattolica e finalmente a Roma, nel 1921, in qualità di Presidente di “Propaganda Fide” per l’Italia. Ha 40 anni e pensa di dover spendere il resto della sua vita per le missioni: nei successivi due anni va elemosinando per tutta Italia e riesce a triplicare le somme raccolte.
Il 1925 viene nominato Visitatore Apostolico in Bulgaria e dopo pochi giorni è consacrato Vescovo. In Bulgaria ci sono pochissimi cattolici, e il suo compito è essenzialmente diplomatico. Lo svolge per 10 anni, mentre altri 10 anni lo attendono ad Istanbul, dove diventerà Delegato Apostolico per la Grecia e la Turchia. Qui in particolare maturerà la sua sensibilità ecumenica – fatta di carità più che di discorsi – a contatto con gli Ortodossi e con i Musulmani. Nel 1944 è Nunzio apostolico a Parigi e nel 1953 Cardinale Patriarca di Venezia.Tutto il percorso che la carriera ecclesiatica consente fu compiuto, in spirito di obbedienza, da Angelo Roncalli. Gli mancava una sola cosa: il 28 ottobre 1958 veniva eletto Papa. Se il suo predecessore Pio IX, della cui memoria Angelo Roncalli era particolarmente devoto, aveva indetto il Concilio Ecumenico Vaticano I, Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 indirà il Concilio Ecumenico Vaticano II, quale naturale prosecuzione di quel primo concilio, interrotto violentemente dalla presa di Roma nel settembre del 1870.Farà appena in tempo a chiudere la prima sessione, perchè un cancro lo consumerà in pochi giorni di grande sofferenza: muore così il 3 giugno 1963.

Il 3 settembre 2000, in Piazza San Pietro, Pio IX e Giovanni XXIII vengono proclamati Beati da Giovanni Paolo II.

Testamento spirituale di Giovanni XXIII
Nell’ora dell’addio, o meglio, dell’arrivederci, ancora richiamo a tutti ciò che più vale nella vita: Gesù Cristo benedetto, la santa Chiesa, il suo Vangelo, e nel Vangelo soprattutto i “Pater Noster” nello spirito e nel cuore di Gesù e del Vangelo, la verità e la bontà; la bontà mite e benigna, operosa e paziente, invitta e vittoriosa.
Miei figli, miei fratelli, arrivederci. Nel nome del Padre, del Figliolo, dello Spirito Santo.
Nel nome di Gesù nostro amore, di Maria nostra e sua dolcissima madre, di san Giuseppe mio primo e prediletto protettore. Nel nome di San Pietro, di San Giovanni Battista e di San Marco, di San Lorenzo Giustiniani e di San Pio X.
Così sia.

L’Ora del Salento“, 3 giugno 2006, pag.4

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