IL NAGORNO KARABAKH CRISTIANO NON ESISTE PIU’

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Dal 1° gennaio 2024 la Repubblica autonoma del Nagorno Karabakh – anche ufficialmente – cesserà di esistere.

Di fatto non esiste più, già da qualche giorno. Dopo il tradimento della Russia di Putin, che pure si era fatta paladina della sorte degli Armeni e aveva inviato un contingente di peace keeper anche per salvaguardare l’incolumità dei 120 mila Armeni rimasti, gli Azeri in un paio di giorni hanno liquidato la stremata milizia del Nagorno Karabakh e fatto piazza pulita dei resistenti. Che si sono dovuti arrendere, di fatto senza condizioni. 

Così da una decina di giorni il fiume di auto in fuga verso l’Armenia è continuo e inesorabile: un esodo biblico, e comunque non sicuro per tutti, perché persone che nella piccola repubblica cristiana avevano profili istituzionali vengono qui e là bloccati dagli Azeri e portati via.

Gli Azeri perquisiscono macchine e case; alcuni mezzi di informazione parlano di uccisioni e violenze. Nulla di nuovo – purtroppo – per gli Armeni, che tragicamente vedono rinnovarsi, ad oltre un secolo di distanza, le pagine del genocidio e della sostituzione etnica in quelle che furono le loro terre.

Il tutto sotto lo sguardo soddisfatto del Presidente turco Erdogan e di quello – indifferente – del Presidente russo Vladimir Putin. A proposito, c’è ancora in Occidente qualcuno che crede (o meglio finge di credere…) alla favola di Putin e della Russia baluardo della cristianità contro la “decadenza morale dell’Occidente”?

Ma quale cristianità russa? 

Forse quella di Putin che cinicamente lascia perire un popolo cristiano e una Nazione cristiana (il Nagorno Karabakh) in omaggio alla Turchia islamica? O quella di Putin che stringe accordi militari e commerciali con il grande gulag della Corea del Nord? Dove l’unico culto ammesso è quello del suo presidente comunista Kim Jong-un?