IL SANGUE DI SAN GENNARO: FENOMENO RAZIONALMENTE INSPIEGABILE (dal libro “I nostri Santi i loro miracoli”, di Roberto Cavallo)

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siano88929721909115932_big.jpg Avrei seguito con piacere il calendario liturgico. San Gennaro non me ne voglia, ma sinceramente non avevo intenzione di parlare di lui in questa piccola rubrica. Mi ci hanno tirato per i capelli Margherita Hack e Piero Angela, con il loro Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Di che cosa si tratta? Ebbene lo scorso 19 settembre, come i Napoletani (ma non solo loro) sanno molto bene, ricorreva la festa del grande martire, vissuto fra il III e il IV s ecolo e morto decapitato nel 305. Ancora pochi anni e il Cristianesimo, nel 313 con Costantino, sarebbe stata “religio licita“; ma Gennaro, che allora era vescovo di Benevento, non fece in tempo ad assaporare quell’era di pace: i pagani gli tagliarono la testa. Il suo sangue sparso per la fede cattolica non andò perduto, e non soltanto perchè, come diceva Tertulliano, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani, ma anche perchè parte di esso fu devotamente raccolto e conservato – raggrumato – in una teca. In perfetta sintonia temporale con la consueta cerimonia presieduta dal Cardinale Giordano nel Duomo di Napoli, i membri del Cicap hanno rilasciato dichiarazioni ai mass media sostenendo che non di sangue liquefatto si tratterebbe, bensì di una sostanza, di una specie di gel, in grado di sciogliersi con il semplice scuotimento dell’ampolla che lo contiene. Dunque nessun miracolo, ma anzi un vero e proprio falso. Chi ha buona memoria, come quelli della Curia partenopea, ricorda che tali polemiche sono vecchie di almeno 10 anni, da quando il Prof. Luigi Garlaschelli, docente all’Università di Pavia, riferiva alla stampa (e più precisamente all’Unità) il procedimento da seguire per la produzione di quel gel.

Questa la ricetta: si sciolgono 25 grammi di cloruro di ferro in 100 millilitri di acqua; si aggiungono 10 gr. di carbonato di calcio e si dializzano le sostanze con un moderno tubo di cellofan o con il becchello; quindi si lascia evaporare; si aggiunge sale da cucina, gelatina…

Ma di grazia: chi poteva avere tutte queste strumentazioni, modernissime, ai tempi del martirio di San Gennaro ? O anche nel Medio Evo, se, come al solito, si vuole proprio sostenere la tesi del falso medievale ? Ma non basta. Il comportamento fisico del gel prodotto in laboratorio è l’opposto del sangue di S.Gennaro: il primo si scioglie a comando, il secondo no. Anzi, si liquefa solo in alcuni particolarissimi giorni dell’anno (primo sabato di maggio, 19 settembre, 16 dicembre) e neanche tutti gli anni, come accadde nel maggio del 1976.
Inoltre il Prof. Baima Bollone (l’autorevole studioso della Sacra Sindone) ed altri scienziati hanno scoperto, mediante spettroscopia, che nelle ampolle vi è davvero plasma sanguigno umano, non altro. Dunque, niente gel, niente “schifezze” tipo Cicap.
Conclusione: il gel made in laboratorio e la reliquia hanno composizione chimica e comportamento fisico completamente diversi, e in scienza non si possono confrontare elementi non omogenei.

San Gennaro e la fede semplice dei suoi concittadini sono più grandi del freddo laicismo neo-positivista.

2 Commenti

  1. Beh, iniziamo col dire che non si è mai analizzata quella sostanza e che non si può neppure affermare che risalga alla data della morte del martire… quindi, se non ci sono timore di smentita, perchè non lasciarlo analizzare? sarebbe la prova scietifica di un miracolo cristiano…

  2. Gentile Matteo,
    la spettroscopia, che è un esame non invasivo e non distruttivo, attesta che davvero siamo dinanzi a sangue umano.
    Fare prelievi dall’ampolla (uno, due, tre…, quanti campioni nel tempo?) penso che porterebbe alla distruzione dell’ampolla e del suo contenuto.
    Saluti
    Roberto Cavallo

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