ISLAM: LA PRIMA STRAGE DI EBREI

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Nel corso delle lotte che contrapposero Maometto ai Meccani, questi ultimi – con l’aiuto delle tribù beduine loro alleate – dopo vari insuccessi tentarono il tutto per tutto, e con un grosso esercito di circa 10.000 uomini nel marzo del 627 assalirono Yathrib, il cui nome intanto Maometto aveva cambiato in Medina, allora centro della nuova comunità islamica.

Il Profeta spostò la lotta intorno ad alcune colline appena fuori città: lo scontro, passato alla storia come la battaglia del fossato, fu una specie di assedio dei Meccani nei confronti dei musulmani.

Alla fine la resistenza disperata dei suoi fedelissimi ebbe la meglio sui Meccani, non abituati al prolungato assedio e privi di risorse e vettovaglie.

Dopo la ritirata dei Meccani, la comunità ebraica di Medina fu accusata da Maometto di tradimento e di connivenza con il nemico. 

Di conseguenza la tribù giudaica medinese dei Qurayza, l’ultima rimasta in città dopo l’espulsione di tutti gli altri Ebrei (i Qaynuqa e i Nadir), venne a sua volta assediata nel proprio quartiere fortificato, fino a quando non fu costretta ad accettare la resa, senza condizioni.  

A quel punto a nulla valsero le implorazioni di pietà provenienti anche da parte di alcuni Arabi fedeli dell’Umma.  

Maometto non volle prendere la decisione in prima persona, ma comunque ratificò la condanna di morte decretata da un capo tribù suo alleato, che nella precedente battaglia del fossato era stato gravemente ferito dai nemici meccani.

Così gli uomini Qurayza (circa 600) furono sgozzati, mentre le loro donne e i bambini d’un colpo divennero schiavi, e come tali furono venduti.

A tal proposito così ha scritto l’islamista Francesco Gabrieli:

“… questo inutile bagno di sangue resta come la più perturbante macchia nella carriera religiosa del Profeta. Non condividiamo le disinvolte spiegazioni di chi se la sbriga sentenziando che l’etica di Maometto non è la nostra (…) E’ anche da quell’episodio che ne conseguì che chi, allora e poi, sparse sangue umano per la causa dell’Islam, non agì affatto contro lo spirito di Maometto, mentre chi lo sparse in nome di Gesù ha sempre agito contro lo spirito di Gesù. Il principio “l’etica di Maometto non è la nostra” può bastare a spiegare l’aspetto guerriero dell’Islam, ma non gli assassini individuali e i massacri di inermi di cui il Profeta si macchiò”.  

Ed ecco come il Corano ricorda quell’episodio di sangue: “Allah…costrinse i Giudei che soccorsero gli idolatri a scendere dalla loro cittadella. Gettò lo sgomento nelle loro anime. Ne uccideste una parte e avete condotto gli altri in schiavitù. Vi diede in eredità le loro terre, le loro case e le loro ricchezze.”
(Corano XXXIII, 26).