LA CENSURA VERDE NON RISPARMIA NESSUNO (di Federico Catani)

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Con la scusa dell’ecoansia e di altre pagliacciate di questo tipo, in gioco c’è la mia e la tua libertà. Sì, perché la moda del momento è piangere per il cambiamento climatico (ne sa qualcosa il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin). E chiunque si rifiuti di prestarsi a queste pantomime, viene censurato e condannato.

Il prof. John Clauser, premio Nobel per la Fisica nel 2022, è una delle ultime vittime del totalitarismo verde.

Avrebbe infatti dovuto tenere una conferenza il 25 luglio scorso per il Fondo Monetario Internazionale (IMF). Ma … l’evento è stato cancellato. La decisione è stata presa dal direttore dell’IMF, Pablo Moreno, e sai per quale ragione?

Clauser ha la gravissima colpa di contestare alcuni dogmi in materia di “emergenza climatica”.
Il premio Nobel fa parte della “coalizione CO2” americana, che è una delle principali organizzazioni scientifiche realiste sul clima. E ciò che pensa in materia è molto chiaro: 
“La narrativa comune sul cambiamento climatico costituisce una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La fuorviante scienza del clima si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica. A sua volta, se ne è fatto il capro espiatorio di una miriade di mali non correlati. È stata promossa e portata avanti da agenti di marketing aziendale, politici, giornalisti, agenzie governative e ambientalisti altrettanto fuorvianti.  A mio parere, non esiste una vera crisi climatica. C’è, tuttavia, un problema molto reale nel fornire uno standard di vita dignitoso alla numerosa popolazione mondiale e una crisi energetica associata. Quest’ultima viene inutilmente esacerbata da quella che, a mio avviso, è una scienza del clima errata”.

Un mese fa Clauser aveva ribadito le sue posizioni parlando ad una conferenza in Corea del Sud: “Il cambiamento climatico non è una crisi … non c’è alcuna reale crisi climatica, il cambiamento climatico non è la causa degli eventi meteo estremi”. 

E aveva attaccato frontalmente l’Intergovernmental Panel on Climate Change, definito “una delle peggiori fonti di pericolosa disinformazione”.

Dunque, nonostante le censure, esistono anche scienziati che pensano con la loro testa e non seguono le imposizioni dell’ideologia green.(…).