LA NOSTRA SOCIETÀ, TRA SCENARI INQUIETANTI E SEGNI DI SPERANZA (Lecce, 22 maggio 2009)

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locandinaRiportiamo di seguito l’intervista all’Ing. Guido Verna, socio fondatore dell’Associazione Alleanza Cattolica, che sabato 23 maggio interverrà a Lecce in qualità di relatore al convegno diocesano promosso dalle aggregazioni laicali sul tema: “La nostra società, tra scenari inquietanti e segni di speranza”.

Non passa giorno senza leggere qualche notizia che aumenta l’inquietudine dell’uomo di oggi, non solo dell’uomo cristiano ma di tutti quelli che conservano ancora elementi di realismo.

Ha perfettamente ragione. Una decina di giorni fa, per esempio, un amico ha visitato a Lugano il salone New Age “Tisana”, rimanendo allibito visitando lo stand di “Exit“, l’organizzazione dell’eutanasia, alla quale se sei iscritto puoi chiedere che, a tua richiesta, ti portino a casa il cocktail di veleni con cui morire. E con la benedizione della legge svizzera.

Se si vuole qualcosa di più fresco, è di venerdì la notizia che in Spagna il governo socialista di José Luis Zapatero ha approvato la riforma delle norme sull’aborto, con la quale si tenta di permettere l’intervento omicida anche su ragazze di solo 16 anni e senza il consenso dei genitori. Speriamo che il passaggio alle camere possa frapporre qualche ostacolo.

Mi pare che sia sempre più provata quella famosa affermazione di Dostoevskij, secondo cui “Se Dio non c’è, tutto è possibile”.

Oggi come non mai. Oggi che siamo arrivati all’esproprio finale: a Dio si vuole togliere il diritto di dare la vita e la morte. Quando si arriva al limite estremo vita-morte il “tutto è possibile” produce effetti che superano la capacità di immaginazione anche dei più malvagi.

Non pare però che le “preoccupazioni” superino granché i confini — non piccoli ma nemmeno grandissimi — del mondo cattolico, al di fuori del quale non sembra esserci, se non la stessa sensibilità, almeno la stessa intensità culturale nell’affrontare le continue e angosciose novità del “tutto è possibile”.

Mi chiedo spesso come sarebbe il mondo se il Papa stesse zitto. Si sentirebbero solo i lamenti delle vittime e il tintinnare dei bicchieri al buffet del “subito dopo”, secondo la moda inaugurata dai legali di Beppino Eng laro. Invece il Papa c’è. E parla. E le persone di “buona volontà” — cioè di volontà “buona”, cioè ancora: di volontà mossa dalla retta ragione e non più soggetta alle droghe ideologiche —, queste persone, che non sono solo cattoliche, cominciano a sentirsi unite da questo filo sottile ma fortissimo che continuamente si dipana dalla profondità di pensiero del nostro Papa, dal suo sorriso dolce e dalla sua ferrea tenacia.

Perché spesso il Papa è solo ad alzare la voce ? Perché si può stare insieme, per esempio, per la pace e non, poniamo, per la vita ?

Perché è l’unico — evidentemente non lui come Ratzinger, come persona, bensì come vertice della Chiesa di Cristo, come Suo Vicario — che è stato dotato da sempre e per sempre di sensori in grado di cogliere compiutamente, senza perdere nemmeno una sfumatura, le parole e la volontà del Padre.

Bene detto XVI, qualche giorno fa, durante il suo viaggio in Israele, ha affermato: «La voce di Dio viene udita oggi meno chiaramente, e la ragione stessa in così numerose situazioni è divenuta sorda al divino. E, però, quel “vuoto” non è vuoto di silenzio. Al contrario, è il chiasso di pretese egoistiche, di vuote promesse e di false speranze, che così spesso invadono lo spazio stesso nel quale Dio ci cerca». Ecco: nella barca di Pietro non c’è posto per pretese egoistiche, vuote promesse e false speranze. E la voce di Dio continua a sentirsi.

Si accusa spesso il Papa di “eccesso di reiterazione”, per i continui interventi sugli stessi argomenti.

La ripetizione non indica mancanza di fantasia da parte dell’oratore quanto piuttosto segnala il pessimo stato “auricolare” degli ascoltatori. Si è costretti a ripetere molte volte quando l’altro non sente, o fa finta di non sentire, o, pur avendo sentito, non capisce perché ha dimenticato quella lingua e non trova mediatori in grado di aiutarlo. L’eccesso di reiterazione su argomenti quali la famiglia, la vita e la morte è un tremendo indicatore sociologico sulla condizione morale della società. E non solo di quella fuori dal nostro ambito…

Come vede il nostro futuro?

Non c’è solo buio. Anzi, le luci che si cominciano a intravedere al di là dei fumi delle pire che continuamente vengono bruciate per gli idoli, sono sempre meno fioche. L’irruzione dei movimenti ha portato nel mondo cattolico un dinamismo straordinario che il grande Giovanni Paolo II ha saputo sfrondare degli eccessi e incanalare in alvei che continuano a produrre frutti copiosi. Oggi, questo dinamismo si sta felicemente sposando con la saggezza e l’equilibrio del regnante Pontefice. Non sappiamo bene come sarà, ma oltre quelle luci fioche si comincia a intravedere un tempo nuovo. D’altra parte, a Fatima Maria aveva detto. “Infine, il mio cuore immacolato trionferà. Appunto: infine…

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