LA SFIDA DEI VALORI (Il Corriere del Sud, n°6/2005, pag.29)

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Il secolarismo è la prospettiva (forse meglio la “pretesa”) di costruire rel azioni soci ali senza alcun riferimento alla religione e a valori grandi, che siano comunque immutabili nel tempo.

Nell’Occidente, dove più dove meno, esso è ormai la condizione culturale predominante.
“La sfida dei Valori”, libro di Loredana Sciolla, docente di Sociologia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, oltre ad offrire una conferma a tale tesi, presenta, almeno per quanto riguarda l’Italia, alcuni dati che possono sembrare in contro tendenza, per certi versi inaspettati.
L’opera (Edizioni Il Mulino, 2004, Bologna,pagg.267, euro 20) si divide in due parti. La prima riporta i risultati di un’indagine sociologica sul rapporto che intercorre fra credenze religiose e rispetto delle regole e dei diritti nel nostro Paese, a fronte di quanto accade in altre Nazioni-campione: gli Stati Uniti, la Francia, la Spagna.
Nella seconda parte la comparazione sociologica si sposta dal livello transnazionale a quello subnazionale, prendendo come punti di riferimento sei città italiane: Milano e Torino, del grande Nord industriale; Vicenza e Modena, esempi di un’Italia provinciale ma altamente produttiva; Teramo e Caltanissetta, realtà che a diverso titolo risentono dei ritardi propri del Mezzogiorno.
Il quadro generale che ne viene fuori, in relazione alle differenti componenti sociali prese in considerazione, non è facile da tracciare. Prevale comunque un’Italia ancora legata ai valori tradizionali, sicuramente in modo maggiore rispetto alle altre realtà nazionali. Insieme agli Stati Uniti siamo la Nazione con minor tasso di seco

larizzazione. La percentuale dei non credenti dichiarati, per esempio, specialmente fra i giovani, negli ultimi 20 anni è sensibilmente diminuita. L’omosessualità viene giustificata da strati sempre più ampi della popolazione, ma comunque con un’incidenza minore di quanto non avvenga in Francia, a cui spetta il “top” del laicismo e della secolarizzazione.
In Italia alla parziale conservazione degli elementi religiosi e di valore fa riscontro anche un accresciuto spirito civico, inteso nel senso di una partecipazione più o meno attiva alla vita politica del Paese. Questa specie di “morale civile”, in crescita, appare polarizzata tra una parte di cittadini che professa il diritto di scelta individuale su tutto ciò che concerne la persona, e un’altra, più consistente, che tiene in maggior conto il rispetto delle regole e l’interesse pubblico. L’Autrice individua in tale ultimo atteggiamento un orientamento tendenzialmente conservatore. Insomma si profila ” un’Italia meno laica e libertaria degli altri due paesi cattolici e più tradizionalista degli Stati Uniti, ma con caratteri assai simili a questi ultimi per grado di vicinanza alla religione e civismo” (pag.116).
Alimentato dalle credenze religiose e dai valori, il civismo si rivela estremamente sensibile al sentimento della fiducia, che può essere orizzontale, e cioè interpersonale, o verticale, quando si rivolge alle istituzioni: non necessariamente le due tipologie camminano di pari passo.

Il principio ormai classico della sociologia, secondo cui le democrazie sono di solito influenzate beneficamente dalla rete di interazioni sociali e di associazionismo civile, conseguenza di una radicata fiducia interpersonale, subisce oggi delle significative eccezioni.
Si rinvia quindi alla lettura del testo per scoprire come e in che misura il rapporto fra valori, società e politica si delinea nelle varie zone d’Italia prese in considerazione.
Roberto Cavallo

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