LA SINISTRA DEGLI SNOB: PREDICA BENE E RAZZOLA MALE (di Fernando Sodero, in: www.mesembria.it, 17 maggio 2009)

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In un editoriale pubblicato su la Stampa, Luca Ricolfi, sociologo e docente di Analisi dei dati presso l’Università di Torino, sottolinea la distanza del Pd, astratto e snob, dalle persone normali. Punto di partenza la questione dell’immigrazione e «l’ostinazione con cui la sinistra respinge al mittente qualsiasi proposta concreta in materia di sicurezza, senza essere minimamente sfiorata dal dubbio di aver torto». Se non fossero ammalati di astrattezza, scrive Ricolfi, i dirigenti del Pd «capirebbero che il problema dell’Italia è che attira criminalità e manodopera clandestina più degli altri Paesi perché non è in grado di far rispettare le sue leggi, e che l’unico modo di scoraggiare l’immigrazione irregolare è di convincere chi desidera entrare in Italia che può farlo solo attraverso le vie legali».
Senza il respingimento in mare, i trafficanti continuerebbero a scaricare sulle nostre coste immigrati, che, senza il prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie, non potrebbero essere identificati e riaccompagnati in patria, dopo qualche settimana.
La cifra della presunzione e dello snobbismo dell’opposizione si manifesta, con evidenza, soprattutto, nella pretesa di voler riforgiare le coscienze, corrotte e intorpidite da vent’anni di berlusconismo.

La storia si ripete: «alla sinistra non piacciono gli italiani», scriveva Giovanni Belardelli quindici anni fa, quando la «gioiosa macchina da guerra» di Oc chetto, sconfitta e umiliata, non si capacitava che un rozzo imprenditore lombardo avesse potuto debellare una classe politica colta e raffinata qual era quella del vecchio Pci.
La «solita fiaba autoconsolatoria», sostiene Ricolfi, che porta dritti al male più grave: la «distanza dai problemi delle persone normali, specie se di modeste origini o di modesta cultura». Sono i ceti popolari, che vivono in quartieri degradati, ad avvertire maggiormente l’insicurezza o la concorrenza degli stranieri, mentre chi ha un lavoro gratificante e un buon reddito si può «dedicare all’arredamento della propria anima», coltivando sentimenti di solidarietà e di ap ertura.
La sinistra non riesce a rendersi conto di questo paradosso, perché si sente moralmente e culturalmente superiore. Non si limita a difendere le sue ragioni, ma pretende, in ogni circostanza e situazione, di dare a tutti lezioni di etica. E’ sempre pronta a salire sul pulpito, per predicare bene, mentre continua a razzolare male in tutte le sacrestie di un Paese, che, se non la vota, evidentemente sbaglia. Ne deriva una lontananza abissale dalla gente, da quel che pensa, da come vive e parla o, in altri termini, dalla storia, dalla realtà e dal buon senso comune. Sono questi i motivi, che rendono la sinistra italiana, specialmente nella sua classe dirigente e nei suoi militanti, antipatica alla maggior parte dell’elettorato, che cont inua a votare Berluscon i con tutti i suoi limiti ed i suoi difetti. la-sinistra-arcobaleno

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