NELLE PIEGHE DELLA STORIA: I REGALI DI NATALE (di Claudio Tescari)

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San Nicola
San Nicola

Il solstizio d’inverno segna un passaggio che l’uomo ha sempre caricato di significati: quando cominciano ad allungarsi le giornate, si apre un nuovo ciclo, il Sole rinasce, il Sole vince, nascono nuove speranze di vita e spirituali (il Natale del Signore) e per questo che si fa iniziare un nuovo anno in questo periodo. Ed è un periodo di gioia, di speranza e di rinnovamento che le civiltà occidentali hanno sempre festeggiato.

Presso i Romani, dal 17 al 23 dicembre, si celebrava la festa dei Saturnali (alcuni giorni paragonabili alle feste di Carnevale) in cui i tribunali e le scuole erano chiuse, ci si mascherava, si scambiavano i ruoli sociali, si poteva giocare d’azzardo, si facevano e si ricevevano doni, inizialmente di poco valore (bambole di terracotta, ceri, noci) ma durante l’Impero si giunse a scambiarsi regali di maggior valore.

Il Santo Natale si sostituì a questa tradizione più antica e l’aria di festa rimase, con la sua alimentazione più ricca del solito, con la gioia e con i doni.
Per quanto attiene ai bambini, la poesia della festa e la magia del regalo che provoca sorpresa ed allegria, con il tempo ha subito delle trasformazioni. Nei Paesi di lingua spagnola (ma anche in Sicilia fino a qualche decennio fa) i doni ai bimbi li portano i morti, gli antenati che vengono ricordati e celebrati il 2 Novembre.

In Scandinavia, la festa della luce e dei regali ai bambini è il giorno di Santa Lucia, 13 dicembre, giorno del calendario Giuliano in cui cadeva il Solstizio prima della riforma del calendario Gregoriano.

Anche in Italia c’erano tradizioni diverse: a Roma i doni li portava in esclusiva la Befana, mentre in molte regioni del Centro e Nord Italia tale generosità era opera di Gesù Bambino. Solo da qualche decennio Babbo Natale ha soppiantato tutti in fama e generosità. Santa Klaus non è altri che l’olandese Sinter Niklass trapiantato in America ovvero il nostro venerato San Nicola, Vescovo di Mira (in Asia Minore) e patrono della città di Bari. Le verdi vesti vescovili caratterizzavano l’immagine di San Nicola, protettore dei giovani (ne resuscitò tre uccisi da un oste) e delle fanciulle (a tre sorelle povere donò dei globi d’oro per potersi fare la dote).

babboInizialmente era verde pure la casacca di Nonno Gelo, l’invenzione propagandistica dell’Unione Sovietica per contrastare Santa Klaus durante la guerra fredda. L’aspetto che conosciamo di Babbo Natale, con l’abito rosso bordato di bianca pelliccia, l’età veneranda, la barba bianca ed il fisico pesante, il volto sorridente e rubicondo, risale agli anni venti del Novecento, quando la Coca Cola lanciò una campagna pubblicitaria invernale, in cui Santa Klaus era disegnato con la bottiglietta in mano e con gli stessi colori dell’etichetta, rossa con le scritte in bianco. Un look che Babbo Natale indossa in tutto il mondo.

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