Da l’Osservatore Romano del 22 novembre 2023 leggiamo e pubblichiamo:
“Sono almeno sessanta, ma si teme che possano essere molte di più, le vittime dei violenti combattimenti delle ultime ore in Nigeria tra fazioni di jihadisti.
Gli scontri sono iniziati quando i combattenti del sedicente stato islamico dell’Africa occidentale (Iswap) hanno teso un’imboscata a una flotta di imbarcazioni del gruppo di Boko Haram (che – secondo wikipedia – letteralmente significa «l’istruzione occidentale è proibita», n.d.r.) nei pressi dell’isolotto di Kaduna Ruwa nel lago Ciad, a cavallo tra Nigeria, Niger, Camerun e Ciad.
Le imbarcazioni, almeno 9, indicano fonti locali riprese dall’agenzia di stampa Apf, sono state affondate e tutte le persone a bordo uccise. Oltre ai miliziani jihadisti di Boko Haram, responsabili da anni delle sanguinose violenze che attanagliano la Nigeria nordorientale, sulle imbarcazioni affondate si trovavano diversi ostaggi rapiti alcuni giorni fa dal villaggio di pescatori di Dorn Baga, sulla sponda nigeriana del lago Ciad.
Precedentemente, i combattenti di Boko Haram avevano effettuato scorribande nei villaggi della regione terrorizzando gli abitanti con saccheggi e rapimenti, hanno dichiarato all’Afp alcuni pescatori locali. Tra le persone prese in ostaggio ci sono anche una decine di donne di etnia fulani. E quando stavano tornando in una delle loro basi, quella di Diffa, in Niger, sono stati attaccati di miliziani armati dell’Iswap.
Già a febbraio e marzo scorsi, le fazioni di Boko Haram e dello stato islamico dell’Africa occidentale si sono aspramente scontrate per il controllo delle isole del Lago Ciad, alimentando una delle crisi di migrazione forzata e di protezione in più rapida crescita al mondo.
Dal 2009, infatti, le ripetute violenze dei gruppi jihadisti ha provocato la morte di oltre 40.000 persone nel nord-est della Nigeria e più di 3,2 milioni di sfollati.
Le persone in fuga — che, indica l’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, hanno urgente bisogno di acqua, cibo, riparo e servizi sanitari — hanno descritto omicidi raccapriccianti, rapimenti e interi villaggi rasi al suolo.
Molti sono rimasti anche coinvolti in scontri tra agricoltori e pastori e in fenomeni di “vigilantismo”, dato che nella maggior parte dei villaggi si stanno costituendo gruppi di autodifesa.”.
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