NUOVI MISSILI PER HAMAS (L’Ora del Salento, 08 marzo 2008, pag.11)

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4-2-hamas-militants-during-rall.jpg OSSERVATORIO GEOPOLITICO

Il generale Carlo Jean, autorevole analista di geopolitica, ha così commentato il ruolo che Hamas nei giorni scorsi ha giocato nell’escalation di violenza nella Striscia di Gaza: “Hamas si è rafforzato. Ha sfidato non solo Israele con i nuovi razzi che hanno aumentato da 15.000 a 150.000 gli israeliani sotto tiro. Ha sfidato anche l’Egitto, umiliandolo con la distruzione del muro che lo delimita dalla Striscia di Gaza. Ha dimostrato di essere forte ed irriducibile e una forza con cui si deve fare i conti. Ha respinto la soluzione di compromesso proposta da Usa e dall’Unione Europea: niente rappresaglie né embarghi israeliani in cambio della rinuncia al tiro di altri razzi … Per Hamas il presupposto di qualsiasi pace resta la distruzione di Israele…” (Il Messaggero, lunedì 3 marzo 2008, pag.1).

Hamas sta fortificando Gaza con le stesse tecniche usate nel Libano meridionale da Hezbollah due anni fa. Conseguenza fu l’invasione israeliana del Libano del Sud e il successivo invio della forza UNIFIL 2, a protezione tanto della comunità libanese che degli stessi Israeliani, su cui piovevano, giorno e notte, razzi qassam. Adesso dunque anche a Gaza, continua il generale Jean, si assiste alla costruzione di bunker, di gallerie, di collegamenti in fibra ottica impossibili da intercettare, con missili sempre più potenti e mine anticarro che arrivano da Hezbollah e dall’Iran. I dirigenti sunniti di Hamas hanno imparato le nuove tecniche di guerra dagli sciiti di Hezbollah. I nuovi razzi grad, che hanno colpito la cittadina israeliana di Ahskelon, hanno una gittata che è il doppio dei razzi qassam, e sono quindi in grado di raggiungere varie città ebraiche.

Nonostante ciò, se i raid della rappresaglia israeliana dovessero continuare, l’immagine dello Stato ebraico ne uscirebbe ancora una volta compromessa a livello mediatico, sotto l’emozione di donne e bambini massacrati dalle bombe. Già la presidenza di turno dell’U.E. e l’O.N.U. hanno condannato l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano contro la popolazione civile, chiedendo, al contempo, lo stop immediato del lancio di missili da parte di Hamas.

Ma il punto è che Hamas non ha nessuna intenzione di fermarsi, anche perché così, oltre ad esasperare Israele, indebolisce il ruolo di mediazione svolto dal presidente palestinese Abu Mazen, forse l’unico ancora in grado di costruire percorsi di pace.

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