O LA CROCE O LA SVASTICA: IL NUOVO LIBRO DI LUCIANO GARIBALDI SUI RAPPORTI FRA CHIESA E NAZISMO

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o croce o svasticaIl nuovo libro di Luciano Garibaldi (“O la croce o la svastica”, pagg. 208, edizioni Lindau) contribuisce a sconfessare il mito – profondamente ingiusto – che vuol e Pio XII succube di fronte ad Hitler e silenziosamente inerte dinanzi ai crimini della Shoah.  In effetti parole inequivocabili di condanna del nazismo erano contenute nei due radiomessaggi pronunciati dal Pontefice in occasione del Natale del 1941 e del Natale 1942. Ma già nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con l’enciclica «Summi Pontificatus», Pio XII si era schi erato apertamente in difesa degli ebrei. E quando era ancora segretario di Stato, aveva pubblicato alcuni articoli dedicati al nazismo su «L’Osservatore Romano», in uno dei quali aveva scritto che il partito di Hitler non è «socialismo nazionale», ma «terrorismo nazionale».

Alla luce del suo fulgido esempio uno stuolo di vescovi e sacerdoti. Il primo religioso tedesco a finire in un lager fu il gesuita Josef Spieker. In una predica a Colonia, nel 1934, aveva esclamato: «La Germania ha un solo Führer ed è Cristo!». Il primo ad essere eliminato dai nazisti fu monsignor Bernhard Lichtenberg, arciprete della cattedrale di Berlino: aveva pregato assieme a un gruppo di ebrei. Non fu che l’inizio di una sfida senza equivoci che si concluse con il sacrificio di quattromila sacerdoti e religiosi cattolici. Alla guida di questa eroica impresa, due grandi pontefici: Pio XI e Pio XII.

Il presente libro racconta la storia dei rapporti tra la Chiesa e il Nazismo chiudendo definitivamente la disputa sui presunti silenzi di Pio XII, il papa che Reinhard Heydrich – il promotore della «soluzione finale del problema ebraico» – in un rapporto segreto definì «schierato a favore degli ebrei, nemico mortale della Germania e complice delle potenze occidentali».

Sono molte le vicende puntualmente ricostruite da Luciano Garibaldi in queste pagine: a cominciare dalla testimonianza del generale Karl Wolff, il comandante delle SS in Italia, che ricevette da Hitler l’ordine di arrestare Pio XII e trasferirlo nel Liechtenstein, ma riuscì, in maniera romanzesca, a vanificare quel progetto, meritandosi l’assoluzione a Norimberga. E poi i due enigmi che ancora accompagnano Claus Von Stauffenberg, l’ufficiale che il 20 luglio 1944 tentò di uccidere il Führer: se cioè sia vero che il colonnello, fervente cattolico, prima di collocare la bomba si confessò dal vescovo di Berlino, ne ottenne l’assoluzione e si comunicò; e se si possa affermare che il Vaticano fu preventivamente informato dell’Operazione Valchiria. E ancora: la fiera opposizione del vescovo Clemens Von Galen, il «leone di Münster», la rivolta ideale di Sophie Scholl e dei suoi compagni della «Rosa Bianca», la resistenza delle donne tedesche che si batterono per la fede e la carità contro l’antisemitismo nazista, la leale difesa compiuta da non pochi ebrei, anche famosi, di Pio XII, un papa ingiustamente diffamato; e infine, per una informazione completa e obiettiva, la storia di sacerdoti e mon signori che si schier arono a fianco di Hitler.

Questo libro di Luciano Garibaldi contiene anche una risposta preventiva all’ostilità espressa da alcuni ambienti rappresentativi della comunità ebraica nei confronti della decisione di Benedetto XVI di dare inizio alla pratica per la beatificazione di Pio XII. Nell’ultimo capitolo del libro, scritto molto prima della pronuncia definitiva di Papa Ratzinger, si da’ conto, infatti, non soltanto degli autorevoli ebrei che continuano a sostenere la tesi di un Pontefice insensibile di fronte alle sofferenze della Shoah, ma anche di quegli ebrei, altrettanto autorevoli, che sono invece schierati da sempre a favore di Eugenio Pacelli. Com’è noto, alcuni mesi or sono il Congresso Mondiale Ebraico esortò la Chiesa a bloccare la causa di beatificazione di Pio XII, mentre allo Yad Vashem non è ancora stata rimossa la scritta che lo diffama. Eppure è provato che un milione di ebrei, in tutta Europa, si salvarono grazie alle sue iniziative e agli ordini da lui impartiti. A cominciare dai cinquemila nascosti nei conventi, nelle case religiose della capitale e a Castelgandolfo, durante la razzia nazista nei quartieri ebraici di Roma del settembre 1943. Per contro, tanti ebrei, anche famosi, si sono schierati in sua difesa: Albert Einstein, Golda Meir, Martin Gilbert, Michael Tagliacozzo, Gary Krupp, Elio Toaff, William Zuckermann. Nel suo libro, Luciano Garibaldi esorta a tenere nel dovuto conto anche i pareri di queste personalità. Così che, in definitiva, “…la Chiesa cattolica fu la più eroica, la più determinata, la più intransigente comunità ad opporsi alle follie razziste e alla persecuzione antiebraica.”

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