Prendete per esempio l’ANSA: una delle più importanti agenzie giornalistiche nazionali (forse la più importante).
Sul proscioglimento del governatore di centro destra Attilio Fontana – anche in Corte d’Appello a Milano – sull’affaire dei camici bianchi, il 10 luglio 2023 spende appena poche righe in fondo all’homepage del proprio sito. Il giorno dopo la notizia è del tutto scomparsa dall’homepage e per ritrovarla devi andare a cercarla in cronaca regionale…
A fronte di ciò, qualsiasi “rumor” riguardante la maggioranza di governo (non ti dico le inchieste giudiziarie!) viene evidenziato per giorni in prima pagina e a caratteri cubitali… Questo accade all’ANSA, ma è solo l’esempio di come ragionano e lavorano i media più accreditati.
Allora il problema non è solo la magistratura e il debordante potere di certe toghe rosse da 30 anni a questa parte, ma piuttosto il connubio e l’automatismo fra magistratura e media, tutti (o quasi) al servizio delle sinistre, che perdono nelle urne ma vincono lì dove si elabora il pensiero unico politicamente corretto, quello che conta.
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