PERCHE’ LA CHIESA HA RAGIONE SU: DEMOGRAFIA

1246

A partire da questa settimana pubblichiamo una serie di “perché la Chiesa ha ragione” su argomenti di scottante attualità, traendo spunto dall’ottimo libro di Mons. Luigi Negri (vescovo di San Marino-Montefeltro) e del giornalista Riccardo Cascioli: “Perché la Chiesa ha ragione. Su vita, famiglia, Aids, demografia, sviluppo” ( Lindau, Torino, 2010, pagg. 222). Cominciamo dunque dalla demografia.

Alcuni anni fa veniva pubblicato un documento vaticano dal titolo “L’ideologia della paura del futuro e della sfiducia nell’uomo”. D i quale ideologia si trattav a?

 “Si tratta” – scrivono i nostri Autori – “di un’ideologia che vede nella presenza stessa dell’essere umano una minaccia: allo sviluppo, all’ambiente, alla vita. E dunque promuove ogni mezzo di controllo delle nascite, incluso l’aborto, con la tipica aggressività di chi si sente soffocare e cerca di eliminare disperatamente la causa del soffocamento.” (pag. 200).

Tale ideologia fa volutamente coincidere sovrappopolazione e sottosviluppo, tanto che una parte sempre più consistente degli aiuti allo sviluppo viene concentrata su misure di controllo delle nascite anziché sulla valorizzazione delle risorse umane e sull’educazione, come invece insegna la dottrina sociale della Chiesa. Si giunge così al paradosso della pianificazione stat ale delle nascite, cosa che accade soprattutto in India e in Cina.

In India proprio di recente le autorità governative stanno promettendo doni in natura (elettrodomestici ma anche piccole automobili) a chi volontariamente si sottopone a sterilizzazione. In Cina è fin troppo nota la politica del figlio unico, obbligatoria e senza nulla ricevere in cambio. Qui, ci raccontano Mons. Luigi Negri e Riccardo Cascioli, mancano all’appello circa 40 milioni di bambine, sacrificate alla politica del “figlio unico”. In trent’anni si è così alterato il rapporto naturale tra maschi e femmine, che nel 1979 era di 106 a 100. Oggi invece tale rapporto è passato mediamente a 120 maschi nati per 100 femmine: “A causa di questo squilibrio demografico si calcola che oggi ci siano 25 milioni di giovani cinesi che non sono in grado di sposarsi, cifra che dovrebbe toccare i 40 milioni nel 2020.”  Con quali conseguenze ? Ovviamente sono i giovani più poveri e quelli con minori capacità a non potersi sposare, il che genera una fascia di emarginati e di cittadini di serie B che sta già incrementando i casi di criminalità. Inoltre “…un mezzo per risolvere il problema si sta rivelando il traffico di spose, ovvero il rapimento di giovani donne in Vietnam, Corea del Nord e Myanmar da vendere come spose ai contadini cinesi.” (pag. 201).

Secondo il Rapporto 2005 dell’Unfpa (Fondo ONU per la popolazione) ogni anno vengono portate in Cina 650.000 donne e ragazze, destinate ad essere sfruttate come spose o come prostitute.

In Europa invece l’ostilità contro la vita nascente arreca profondi squilibri legati al fenomeno del cosiddetto “inverno demografico”. La prossima volta vedremo perché, come insegna la dottrina sociale, lo sviluppo è compatibile e anzi si accompagna alla natalità.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui