SAN CAMILLO de LELLIS (L’Ora del Salento)

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san-camillo.jpg San Camillo de Lellis nacque il 25 maggio 1550 a Bucchianico (Chieti), da una famiglia di origine nobile, ma ormai decaduta. Perse la mamma ad appena 13 anni, e cio` ebbe una notevole influenza sulla sua formazione giovanile. Educato comunque ai principi della fede cristiana, segui il padre nella crociata promossa da Papa Pio V contro le armate musulmane, che da Costantinopoli e dai Balcani minacciavano l`intera Europa. In attesa di imbarcarsi, probabilmente ad Ancona, entrambi furono colpiti da febbri violente, tanto che il padre mori` a Sant` Elpidio, vicino Loreto. Rimasto solo, sbandato, Camillo partecipo` ad alcuni fatti d’arme combattendo per Venezia; vivendo fra i soldati si dedico` al gioco, e questo diverra` non solo la sua passione ma pure il suo grande vizio, da cui fara` fatica a liberarsi. Intanto una piaga purulenta gli compare sul piede destro, tanto che deve lasciare la vita militare per recarsi a Roma e farsi curare all`Ospedale degli Incurabili.
Qui prestando servizio in corsia, riesce anche a guadagnare qualche soldo, che poi puntu almente perde al gioco. Inquieto, ritorna ad arruolarsi e ancora una volta si impegna a combattere contro i Saraceni, questa volta in Africa del Nord sotto il comando spagnolo.
Finita la guerra, piu` povero che mai, trova un posto da manovale presso il costruendo convento dei frati cappuccini di Manfredonia.
Quando ormai il suo unico problema sembra essere la pura sopravvivenza, sulla strada di San Giovanni Rotondo, in una specie di fulminante flash-back, riesce a guardare la sua anima sino in fondo, ne nota l`infinita miseria e si sente tutto attraversato e compreso dalla luce di Dio. Piange I suoi peccati e dopo aver provato per un po` la vita francescana viene allontanato dal convento per motivi di salute, perche` si acutizza la sua vecchia piaga al piede. Ritorna cosi all`Ospedale degli Incurabili e qui ricomincia l`esperienza di infermiere a servizio degli ammalati: questa volta pero` non e` la necessita` del guadagno a muoverlo, ma la comprensione della sua vocazione.
Nasce cosi il nuovo Ordine da lui fondato tutto rivolto alla cura dei sofferenti: agli amci che desiderano seguirlo chiede, oltre ai voti di castita`, poverta` e obbedienza, anche quello del servizio agli infermi, che devono essere serviti come fossero, ciascuno di essi, il Signore Gesu` in persona. La sua regola e` approvata dai pontefici del tempo, tanto che nasce l`Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, il cui segno distintivo sara` una grande croce rossa sulla talare. In tutto cio` Camillo restera` nell`umilta`, rifiutando di farsi eleggere Padre generale dell` Ordine da lui stesso fondato, e accontentandosi solo di servire i suoi ammalati. Oltre ai miracoli che gli atti canonici gli attribuiscono in abbondanza, restano di lui i preziosi insegnamenti, specialmente quelli volti ad accompagnare gli ammalati terminali al transito finale:non parole di circostanza, ma rassicurazioni schiette sull`esistenza del Paradiso, sull`amore di Cristo, sulla vicinanza della Madonna e dei Santi.
Con tali medesime speranze egli spiro` il 14 luglio 1614, mentre nel 1746 Benedetto XIV lo innalzera` agli onori degli altari.

Roberto Cavallo

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