SANTA CATERINA: UNA GIOVANE DONNA PATRONA D’ITALIA E DOTTORE DELLA CHIESA

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Sarà una coincidenza (per il valore che le “coincidenze” possono avere nel piano della Provvidenza ), ma entrambi i patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, morirono giovanissimi. Il primo a 44, la seconda ad appena 33 anni.
Ventiquattresima e ultima figlia di Jacopo Benincasa e di Lapa Piagenti (in quei tempi la procreazione responsabile veniva intesa anche così !), Caterina nacque a Siena il 25 marzo del 1347.
A 16 anni si fece terziaria domenicana, nonostante la madre avesse maturato per lei programmi coniugali. Pare che a bella posta, per realizzare più facilmente la sua vocazione, si fosse fatta tagliare i capelli cortissimi.
Trascorreva le sue giornate immersa nella preghiera e nel lavoro domestico, ma non mancava di servire come volontaria nell’ospedale e nel locale lebbrosario, dove per vincere la naturale ripugnanza giunse a bere l’acqua con cui aveva precedentemente lavato le piaghe dei poveri ammalati. Forse anche per questo oltre ad essere patrona d’Italia è venerata quale protettrice delle infermiere.
La sua intensa spiritualità (mangiava solo verdure crude e dormiva due ore a notte) suscitò l’attenzione dei concittadini, anche perchè le cronache narrano che il suo raccoglimento in chiesa era spesso accompagnato da estasi e da visioni. Un po’ come il nostro San Giuseppe da Copertino Nonostante fosse semianalfabeta, scrisse lettere ai potenti d’Europa (circa 400) e perfino al Papa, che allora per ragioni politiche si trovava ad Avignone, in Francia.
Come noto Caterina implorava il suo rientro nella sede di San Pietro.
Intorno a lei si riunì, in modo del tutto spontaneo, una schiera di discepoli, chierici e laici, che presero il nome di “caterinati”. Tanta notorietà suscitò la preoccupazione dell’Ordine domenicano, cui ella apparteneva in veste di terziaria; in effetti anche a quel tempo le tentazioni eccentriche ed eterodosse erano all’ordine del giorno. Convocata a Firenze e sottoposta ad esame fu trovata perfettamente equilibrata ed ortodossa, tanto che lo stesso pontefice Gregorio XI invocò il suo aiuto, chiedendole di predicare la crociata contro l’avanzata dei Turchi nell’Europa sud-orientale. Caterina cominciò tale impresa da Pisa dove, nel 1375, ricevette il dono delle stimmate. Come San Francesco d’Assisi
Appena un anno più tardi, nel 1376, finalmente Caterina riusciva a convincere il Papa a rientrare a Roma e a far quindi cessare la “cattività avignonese”.
Anche nella città eterna, fino al giorno della morte, continuerà la sua battaglia teologica ed apologetica in favore del pontefice.
La Chiesa proclamerà questa giovane donna, morta il 29 apr ile 1380 nonostante tutto ancora semianalfabeta, Dottore della Chiesa. L’Ora del Salento“, 26 aprile 2006, pag.4

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