SIRIA ED EGITTO: CRISTIANI SEMPRE PIU’ A RISCHIO

720

EgittoNon è un mistero che i cristiani d’Egitto (oltre il 10% della popolazione) in questi giorni turbolenti abbiano manifestato per un Paese più laico contro il deposto Presidente Mohamed Morsi, espressione dei Fratelli Musulmani. Non è un mistero che, insieme a milioni di loro connazionali non fondamentalisti -e soprattutto giovani-, abbiano festeggiato in piazza alla notizia dell’insediamento ai vertici dello Stato del presidente della Corte costituzionale egiziana, il giudice Adly Mansour, che ha giurato come capo dello Stato ad interim. Mansour si è insediato al palazzo presidenziale di Ittahadeya per prendere possesso del suo nuovo incarico. Per il Presidente deposto c’è anche l’umiliazione del divieto d’espatrio, disposizione decisa (anche per altri 8 dirigenti della Fratellanza) da un magistrato inquirente. La reazione dei Fratelli Musulmani però non si è fatta attendere e ieri 5 luglio si sono verificati i primi mortali scontri fra i due schieramenti. Non sempre polizia e forze armate riescono ad impedire le violenze. In questo clima da guerra civile i cristiani come sempre costituiscono l’anello debole. “Avvenire” del 5 luglio (http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/gioia-copti-vendette-iniziate.aspx) già fornisce i primi resoconti di attacchi a villaggi e quartieri a prevalenza cristiani condotti da islamisti inferociti per il colpo di Stato. La polizia non è in grado o non vuole, lontano dalle telecamere di piazza Tahrir, proteggere questa minoranza inerme, rea di aver manifestato come tanti altri egiziani di fede musulmana. Parrocchie assaltate e date alle fiamme… Speriamo che l’esito della lotta civile non sia come in Siria, dove nella contapposizione fra alawiti e sunniti (sostenuti questi ultimi da qaedisti e salfiti) a rimetterci sono soprattutto i cristiani, uccisi e rapiti (specie le ragazze) e costretti ad abbandonare tutto per riparare in Libano. In questa prospettiva, come sostiene Magdi Allam dalle colonne del “Giornale” di venerdì 5 luglio, le simpatie dell’Occidente dovrebbero andare, tanto in Siria quanto in Egitto, ai regimi militari laicisti al potere, i quali sembrano quanto meno consentire la sopravvivenza delle minoranze, comprese quelle cristiane in enorme difficoltà.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui