L’INGUARIBILE OTTIMISMO DELLA SPERANZA CRISTIANA (di Marco Invernizzi)

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missionari-agostiniani-apurimac-onlu-1 L’anno comincia con una sfiducia diffusa e profonda fra gli abitanti del Bel Paese, confermata dai sondaggi che attribuiscono una caduta di fiducia degli italiani in tutte le istituzioni, tranne che nel Papato.

Che le cose vadano male è sotto gli occhi di tutti. Va male l’economia, e questo spaventa anzitutto, perché tutti noi fatichiamo a capire che l’economia va male perché gli uomini hanno voltato le spalle a Dio. Questa frase scandalizza, me ne rendo conto. Anch’io sono abituato a un modo di vivere per cui sembra impossibile il collegamento fra Dio e i risultati economici. Eppure un legame c’è, come sta dimostrando con i suoi libri il sociologo Rodney Stark. L’Occidente si è sviluppato, diventando la grande civiltà che è diventata, mettendo Dio al primo posto, come ha ricordato anche papa Benedetto XVI parlando del monachesimo. Proprio in questo straordinario discorso del 12 settembre 2008, il Pontefice emerito ha parlato di “una cultura del lavoro” dei monaci che appunto metteva al primo posto la ricerca di Dio. Cercando di servire Dio, spiegava il Santo Padre, hanno costruito una cultura e contribuito all’edificazione della civiltà europea.

Ecco il legame dunque. Mettendo Dio al primo posto nascerebbero più figli, e il Paese uscirebbe dell’inverno demografico che ci fa tanto male anche da un punto di vista del futuro economico. Mettendo Dio in cima ai propri pensieri, gli uomini saprebbero anche vivere più sobriamente, imparando così a rinunciare a un consumismo che fa male all’anima ma non fa bene neppure alla vita materiale.

Le cose buone non mancano

Ciononostante, credo sia sbagliato insistere esclusivamente sulle cose che vanno male. È un modo sbagliato non soltanto perché esclude dalla vita l’opera di Dio, che esiste sempre e continua ad agire con la Sua Provvidenza, ma è sbagliato perché ci impedisce di vedere anche le cose buone che non mancano.

25 anni fa, cadeva il Muro di Berlino. Un recente servizio su Rai storia, con molte interviste ai protagonisti di quel pomeriggio berlinese del 9 novembre 1989, ha mostrato come poche ore prima di quella notte magica nessuno avrebbe scommesso sulla caduta del Muro. Eppure una serie non casuale ma provvidenziale di fatti, di equivoci, di silenzi e di incomprensioni, hanno fatto sì che qualcuno, quella notte, desse l’ordine che avrebbe cambiato la storia del mondo, permettendo ai tedeschi dell’Est di riversarsi in massa nella Berlino occidentale. Molti di noi hanno pianto increduli quella notte, guardando la Tv. E chi non lo ha fatto, come il sottoscritto, è soltanto perché non ci credeva, temendo uno dei tanti trucchi della propaganda comunista. Ho ringraziato Dio dopo, e continuo a farlo adesso, pensando all’episodio evangelico di Tommaso, l’apostolo incredulo. Dio esiste, cari amici, e continua a operare, eccome! A Fatima nel 1917 la Madonna ci aveva anticipato che la Russia avrebbe smesso di diffondere i suoi errori nel mondo.

Un altro esempio di come Dio continui a operare nella storia. Diciotto mesi fa stava per essere approvata una legge contro l’omofobia dal Parlamento italiano, che avrebbe dovuto impedire di affermare che il matrimonio avviene solo fra un uomo e una donna e che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma. Ebbene questo disegno di legge, detto Scalfarotto, è stato solo approvato dalla Camera ma non è mai diventato legge dello Stato. Saranno stati i nostri amici deputati, pochissimi, che hanno denunciato la legge liberticida nelle sedute notturne di una Camera che si riuniva stranamente nel mese di agosto, saranno stati i nostri amici di Casale Monferrato scacciati da un convegno a causa della violenza dei militanti Lgbt o le tante veglie delle Sentinelle in Piedi, fatto sta che il ddl non è ancora diventato legge e noi possiamo continuare a dire la verità sul matrimonio senza andare in prigione.

Cari amici, il mondo va male ma dipende anche da noi farlo andare meglio. Se invece di lamentarci inutilmente, cercassimo di prendere sul serio l’invito missionario di Papa Francesco e uscissimo dalle tristi e inutili polemiche che hanno accompagnato anche la fine d’anno per parlare di Dio ai tanti che non lo conoscono più, forse perderemmo meno tempo. Che ne dite, un proposito per il 2015?

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