In tutti i comuni d’Italia è possibile firmare entro oggi, 7 novembre 2023. L’obiettivo è raggiungere 50mila firme.
Si tratta di “spingere” una proposta di legge di iniziativa popolare che introduce nella legge 194 del 22 maggio 1978 il comma 1-bis: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».
Il dispositivo, che imporrebbe al medico abortista di far vedere alla donna il reale stato di crescita del nascituro e di farle ascoltare il battito cardiaco del figlio, intende dare piena applicazione alla legge sul consenso informato.
Il medico è tenuto dal punto di vista giuridico, oltre che da quello deontologico, a ridurre al minimo l’eventualità che la donna sviluppi un successivo senso di colpa; questo, infatti, potrebbe compromettere il benessere della sua vita futura, arrivando addirittura a danneggiare lo stato di salute psico-fisico, cosa che accade in moltissimi casi. Il nuovo obbligo introdotto perciò, se non ottemperato, renderà il medico responsabile nei termini previsti dalla legge sul mancato o incompleto consenso informato.
Chiediamo che il medico, disponibile a praticare l’interruzione della gravidanza, sia tenuto, prima di ogni pratica, a far ascoltare il battito del cuore del bambino alla sua mamma. Un cuore che già batte, dalle primissime settimane.
Troppo spesso accade che non si conosce quello che si sceglie. Da qui la necessità di far conoscere alla mamma il suo bambino, il suo cuore che batte, un cuore che batte per un bimbo che già vive, che già lotta, che già cresce, che già ama e chiede amore. Non lasciamo che tutto accada in silenzio, perché un cuore che batte è la vita che bussa.
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