REGOLE PER TENDERE ALLA PERFEZIONE CRISTIANA

604

Dal “Regolamento di vita per tendere alla perfezione cristiana e conseguirla”, del redentorista Padre Finelli: “Per tendere alla perfezione e conseguirla bisogna:

1 – Avere un grande, generoso ed efficace desiderio di essere perfetti. Secondo S. Alfonso de’ Liguori il desiderio della perfezione deve essere forte perché un debole desiderio permette di adagiarsi nelle imperfezioni, mentre S. Teresa affermava che il desiderio della virtù facilita l’acquisto della medesima.

2 – Scegliersi un Direttore Spirituale pio ed illuminato che possa guidare l’anima per la via sicura del cielo. Dopo aver trovato un Direttore bisogna stabilire un metodo o regolamento di vita, sottoporlo alla sua approvazione ed accettare di buon animo i cambiamenti che esso porterà nella nostra vita.

3 – Essere fedeli ed esatti non solo nelle grandi cose ma anche nelle piccole. Bisogna riflettere sul fatto che le grandi occasioni per servire Dio sono rare mentre le piccole si presentano ad ogni istante. S. Francesco di Sales diceva che le virtù più piccole sono piccoli fiori ai piedi della croce, mentre S. Paolo ripeteva di fare tutte le cose per la gloria di Dio.

4 – Operare con attenzione pensando a ciò che si fa, con rettitudine e pacatezza, riflettendo per chi si fanno le azioni. Bisogna santificare il lavoro quotidiano. S. Francesco di Sales diceva che Dio non misura la perfezione dalle molte cose fatte ma dal modo come sono fatte.

5 – Esercizio della presenza di Dio. E’ il fondamento della perfezione perché libera l’anima dai peccati, la induce a praticare la virtù e la muove ad unirsi a Dio per mezzo dell’amore, che è l’essenza stessa della perfezione.

6 – Confessarsi possibilmente ogni settimana e fare la comunione […]. I Sacramenti producono ed aumentano la grazia, elemento necessario per conseguire la perfezione.

I principali ostacoli alla perfezione sono i seguenti:

1 – Le soverchie occupazioni (attività che assorbono tutto il tempo e distraggono il cuore da Dio).

2 – Le delizie temporali (divertimenti, piaceri, vita comoda).

3 – La curiosità.

4 – L’incostanza nelle pie pratiche.

5 – Il peccato mortale (negazione della perfezione).

6 – Le occasioni cattive.

7 – Il rispetto umano.

8 – La tiepidezza (c’è quella inevitabile dovuta alla nostra fragilità e quella deplorabile dovuta ai peccati veniali).

9 – La tristezza – l’inquietudine – lo scoraggiamento.

Le ultime tre si vincono con la confidenza in Dio e con la rassegnazione al divino volere.

Pratica della perfezione

La perfezione consiste nel perfetto amore di Dio, nella carità perfetta. Bisogna sentire il contatto con Dio per essere simili a Lui.

Santa Teresa diceva che il perfetto amore di Dio consiste in un vivo desiderio di dar gusto a Dio in tutte le cose e nel procurare, per quanto si può, di non offenderlo e di promuovere la sua gloria. Segno della perfezione è l’uniformità alla volontà di Dio e per conseguire la perfezione bisogna esercitare la virtù, che è la forza necessaria per acquistare delle buone abitudini. Le virtù vanno esercitate in modi diversi secondo il proprio stato. Non bisogna incepparsi in piccolezze e vane scrupolosità. Bisogna progredire senza pretendere troppo, non ci si deve meravigliare della propria debolezza né scoraggiarsi dei difetti ma umiliarsi davanti a Dio e aprirgli il cuore a confidenza per ricevere il suo aiuto.”.